Galeotto quel biscotto, canterebbe Renato Zero. E sì, perchè quel pavesino dato alla nipotina, insieme a un sorso d'acqua, dopo una nuotata nella vasca piccola della piscina regionale coperta di Aosta è costato caro a Sergio Zavattaro, 65 anni, pensionato di Aosta, e alla piccola Greta, di appena 2 anni.
Quando quest'oggi nonno e nipote si sono presentati alla cassa della struttura sportiva dove la bambina svolge settimanalmente attività natatoria, l'impiegata non li ha fatti accedere alle vasche. "Non potete entrare, ordine della direzione", ha detto la donna a Zavattaro, spiegandogli che, poiché la piccola aveva fatto "ripetutamente merenda in piscina, nonostante fosse vietato, il regolamento della struttura ne prevedeva l'allontanamento". "Le cose non sono affatto andate così", sostiene Zavattaro, che dopo aver appreso di essere stato 'espulso' insieme alla nipote, è andato su tutte le furie e ha chiesto l'intervento della polizia.
Di fronte agli agenti di una Volante, giunti in piscina questo pomeriggio a meno di mezz'ora dal 'fattaccio', il pensionato aostano ha ribadito al direttore dell'impianto Maurizio Fea la sua versione dei fatti: "Due settimane fa, dopo un po' di vasche, Greta ha fatto una pausa e le ho dato un pavesino, con un sorso d'acqua. Un solo biscotto, poi la piccola ha ripreso a nuotare. Mentre era in acqua, una donna, che ha detto di essere un'istruttrice, mi ha rimproverato duramente dicendomi che era vietato fare merenda sul bordo vasca. Io le ho fatto solo notare che un biscotto pavesino di pochi grammi difficilmente può costituire una 'merenda'. Dopo un po' io e mia nipote ce ne siamo andati".
La settimana scorsa, Zavattaro è tornato in piscina con Greta.
"Guardandomi bene da darle un altro biscotto da mangiare - afferma - mi sono limitato a far bere a mia nipote qualche sorso di yoghurt liquido. Nessuno mi ha detto nulla, non ho ricevuto rimproveri. Dopo la nuotata, ce ne siamo andati". Oggi, l'amara sorpresa: "Dopo che la cassiera mi ha impedito l'ingresso, mi sono rivolto in segreteria, dove ho ricevuto medesimo trattamento - spiega Zavattaro - io e mia nipote siamo vittime di un sopruso, non abbiamo commesso alcuna grave violazione: si è trattato di un pavesino e non di 'ripetute merende'. A questo punto, visto che qualcuno si appella alla legge, altrettanto farò io".
Il direttore della piscina Maurizio Fea, dal canto suo e forte delle norme sancite da tanto di delibera, difende la propria decisione: "il signor Zavattaro ha violato le norme di un regolamento regionale, regolamento che al contrario noi applichiamo e che disciplina l'uso e il comportamento nelle strutture sportive pubbliche della Valle d'Aosta. Prima di decidere di impedire l'accesso alle vasche alla bimba se accompagnata dal nonno, ho chiesto il parere dei funzionari della Regione, che mi hanno dato pieno consenso". Fea ha anche dichiarato che se Zavattaro si impegnasse a non dare più nulla da mangiare e da bere alla nipote, potrebbe riaccedere alle piscine.
"Ritengo questa richiesta di 'impegno' un ricatto e un abuso - sostiene invece il pensionato - anche perchè nulla mi garantisce che il problema non si ripeterebbe, visto che già ora mi si accusa di episodi ripetuti di violazione alle norme quando, lo ripeto, si è trattato solo di un biscotto". Gli agenti della Volante hanno messo tutto a verbale, e Zavattaro ha assicurato di voler sporgere denuncia in Questura contro i gestori della piscina.











