/ POLITICA

POLITICA | 16 ottobre 2012, 09:30

Formica: "Diminuire la spesa pubblica per ridurre le imposte"

Il professor Orlando Formica, Garante del contribuente e presidente del Tavolo tributario della Valle d'Aosta, avverte: "La recessione non finirà quest'anno ma durerà sino al 2015". La prima è la recessione, che ci sta accompagnando dal 2009 e che non si estinguerà nel 2012

Il Garante del Contribuente, prof. Orlando Formica, al lavoro

Il Garante del Contribuente, prof. Orlando Formica, al lavoro

Presidente del Tavolo tributario, il professor Orlando Formica ricopre anche il delicato il delicato ruolo di  Garante del contribuente della Valle d'Aosta, con sede presso la Sezione regionale dell'Agenzia delle Entrate in piazza Manzetti ad Aosta. Oggi su Valledaostaglocal interviene nel dibattito sulla crisi economica che attanaglia l'Italia e purtroppo anche la nostra regione.

 

Professor Formica, come si è giunti all'attuale stato di crisi generale?

"Per arrivare al tetto occorre partire dalle fondamenta, mettendo in cantiere alcune variabili. La prima è la recessione, che ci sta accompagnando dal 2009 e che non si estinguerà nel 2012: si caratterizza con un'economia che non cresce e con maggiori imposte per fermare il galoppo del debito pubblico".

 

E allora qual è oggi il risultato di questi tre anni di galoppo?

"Meno produzione, meno consumi, meno investimenti, più tasse per affrontare la crescente spesa pubblica ed evitare l'incremento del debito. Il risultato sarà: meno benessere individuale. Inoltre, se proiettiamo al 2015 alcuni indicatori, ci accorgiamo che  il reddito disponibile pro-capite (depurato da imposte e contributi) scenderà ai livelli del 1986. Nel mentre  i consumi individuali si attesteranno ai livelli del 1998 e i cittadini saranno così costretti ad attingere ai risparmi che da qui a tre anni crolleranno. La caduta verticale dei risparmi provocherà, quindi, conseguenze catastrofiche per gli operatori (banche e finanziarie) attivi nel settore degli investimenti”.

 

Perché questi dati di per sé negativi influenzano il settore tributario?

"Perché i problemi tributari vanno calati all'interno dell'economia reale, quella che riguarda le imprese e le famiglie, cioè gli attori socioeconomici che producono il Pil, che in questi ultimi anni è diminuito per la recessione, fenomeno che a mio avviso non terminerà - come affermano diversi studiosi - nel 2012, ma continuerà sino al 2015.  Per cui occorre convivere in questo quadro di incertezze e difficoltà. A fronte di questo scenario è impensabile una imminente riduzione delle imposte , e in questo senso la linea del Governo Monti e il lavoro svolto dal Ministro Grilli operano sul versante della responsabilità e non del politichese".

 

Quindi, professore, qual è il reale problema di questa crisi apparentemente senza sbocchi immediati?

"Il problema di fondo oggi è diminuire la spesa pubblica, sia centrale sia locale, razionalizzarla e incanalarla verso spese che creino occupazione e innovazione. Solo dopo che la spesa pubblica diminuirà si potrà porre mano a una riduzione delle imposte, certamente da farsi per avviare la crescita".

 

Dunque, la formula per uscirne quale potrebbe essere?

"Direi  che la ricetta è una sola: meno spese pubbliche per riuscire ad avere meno imposte perché oggi il quadro è davvero preoccupante. Tagli più tasse purtroppo bloccano il rilancio".

Patrizio Gabetti

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore