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Consiglio Valle Comuni | 08 maggio 2019, 18:12

Su quotazione in Borsa Cva maggioranza e minoranza regionali restano distanti

Su quotazione in Borsa Cva maggioranza e minoranza regionali restano distanti

La seduta del Consiglio Valle di oggi mercoledì 8 maggio  è stata interamente dedicata al dibattito sul futuro della Compagnia valdostana delle acque-Cva, nell'ambito dell'esame dei lavori compiuti dalla Commissione speciale in merito alla quotazione in Borsa della società. Sul tema, maggioranza e minoranza si sono 'compattate' una contro l'altra, restando ciascuna sulle proprie posizioni.

La consigliera Patrizia Morelli (Alliance Valdotaine) ha avviato il dibattito osservando che la gestione della società che ha nell'esercizio statutario la produzione di acqua coincide nella percezione comune con la proprietà delle acque: un'identificazione errata, ma talmente forte da far sì che si crei un'uguaglianza matematica per cui la Cva corrisponda alla proprietà delle acque.

Morelli ha puntualizzato che non è così: si tratta di due questioni regolamentate da ambiti diversi e non si rinuncia alla proprietà delle acque, qualsiasi decisione venga assunta oggi. La quotazione, ha proseguito la consigliera Morelli, non è un argomento tabu, tutti i gruppi e i movimenti l'hanno approfondito perché ci si quota per crescere, per consolidare un'azienda, è uno strumento fornito dalla legge per sottrarre da ingranaggi troppo rigidi una società che ha la necessità di essere dinamica, pur mantenendo sempre la maggioranza in capo alla Regione. La Capogruppo di Alliance Valdotaine ha quindi evidenziato l'esigenza di agire nel senso dell'operatività e di dotarsi di un testo di legge che tuteli l'Amministrazione e la comunità tutta, concludendo che tutte le opinioni sono rispettabili e porteranno a decisioni di cui ogni eletto si assumerà la responsabilità; questa, d'altronde, è la democrazia.

Il consigliere Roberto Cognetta (Mouv') ha osservato che per una serie di situazioni normative che si sono create, vi è oggi la necessità legislativa di fare una trasformazione della Cva ed eventualmente valorizzarla per accrescere il suo potenziale economico.

Tuttavia, il consigliere si è chiesto quale sia la migliore valorizzazione della società, perché, secondo Cognetta, è proprio su questo che non c'è stato il dovuto approfondimento e si sono fatti i conti senza l'oste. Per il consigliere del Mouv', l'oste è la Corte dei conti, che castiga quando non si portano avanti correttamente i provvedimenti e i consiglieri devono poi pagare di tasca propria, come è successo negli ultimi anni. Cognetta si è domandato se la quotazione in borsa, che vuole la maggioranza, sia la migliore forma di valorizzazione: allo stato attuale, non c'è un supporto reale di numeri e ragionamenti che agevoli le decisioni per renderle attuabili.

Il consigliere Jean Barocco (Uv) ha ribadito che il servizio idrico integrato valdostano è interamente pubblico, l'acqua è pubblica e la quotazione riguarda una parte di Cva, collocando sul mercato un 30-35% che è matematicamente una minoranza. Per Barocco, si deve procedere obtorto collo perché il tempo stringe affinché Cva sia una società senza lacci e lacciuoli, in cui la politica abbia ruolo marginale. CVa, ha proseguito Barocco, deve restare un gioiello di famiglia valdostano, in mano ad una governance pubblica moderna, improntata alla trasparenza e all'attenzione all'ambiente, tanto che si intende richiedere la fornitura di un report annuale sullo sviluppo sostenibile. Ha comunicato di non volersi opporre a consultazioni referendarie e ha auspicato che il dibattito odierno rappresenti un'opportunità per dare slancio a una gestione rinnovata della società.

Il Capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis, ha dichiarato che la maggioranza ha le idee chiare su questo argomento e ha presentato una risoluzione che vuole portare la regione verso la transizione energetica: questo, ha aggiunto, si può fare solo se si segue un certo percorso per la Cva. Per Marquis, su questo tema non si può più tergiversare perché sarebbe un dramma per l'economia della Valle d'Aosta e per il futuro della comunità. Oggi, secondo il consigliere, ci troviamo di fronte a un bivio della stessa importanza di quello del 2000, quando la Regione acquisì gli impianti dell'Enel e creò la Compagnia valdostana delle acque.

La società è partita con la gestione di 32 impianti e nel tempo ha iniziato a diversificare gli investimenti, acquisendo poi 8 parchi eolici e 2 fotovoltaici. Questi investimenti, ha evidenziato Marquis, hanno portato ulteriore beneficio ai conti economici, contribuendo alla qualità ambientale e alla decarbonizzazione. In questi ultimi anni, tuttavia, è cambiato lo scenario sia dal punto di vista industriale sia sotto il profilo legislativo.

Con il percorso di quotazione, Cva potrà dare il contributo alla transizione energetica e potrà soddisfare l'esigenza di potenziare la sua attività nell'ambito delle rinnovabili oltre che diversificare: attività che, secondo Marquis, sotto il cappio della legge Madia non si possono mettere in essere. Per il consigliere, quindi, gli obiettivi devono essere resi possibili, sempre sotto il controllo della Regione. Inoltre, per Marquis, mettere Cva nelle condizioni di poter crescere significa creare occupazione e gemmare attività nuove di cui le nuove generazioni potranno beneficiare. Continuare a sprecare queste occasioni, ha concluso Marquis, significa sprecare il futuro della Valle d'Aosta. Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha evidenziato che non si può parlare di ciò che non si conosce, ed è preoccupante il non voler prendere in considerazione scenari che non siano la quotazione in borsa.

Per Nicoletta Spelgatti (Lega VdA), non si possono scartare opzioni a priori, la politica interviene nel quadro del rispetto delle leggi, non si può prescindere dai numeri e dagli approfondimenti tecnici; nel caso, ci si avvale del supporto di esperti e professionisti. Nicoletta Spelgatti ha esortato l'attuale maggioranza a star lontana da Cva, in quanto sta agendo per depredare la società più importante della Valle d'Aosta, non per il suo bene.

Per il consigliere Elso Gerandin (Mouv') Cva è un fiore all'occhiello della Regione, la società che consente di avere utili da mettere a bilancio regionale, con un margine operativo lordo nel 2017 di 121 milioni di euro e con un utile netto di 40 milioni e che nel 2018 ha visto un incremento del 15%. Per Gerandin, non si sta quindi valutando di quotare una società in perdita e non si può pensare che una società così importante possa essere svenduta o messa sul mercato quando non si sono verificate tutte le soluzioni alternative. Per il consigliere bisogna giocarsi tutte le carte sulla norma di attuazione, lavorando su due fronti: il rinnovo delle concessioni e togliersi dall'impasse dell'applicazione della Madia.

A detta di Gerandin è inimmaginabile che lo Stato voglia rinnovare le concessioni ad una società dove ci sono delle quote private: bisogna quindi porre grande attenzione a questo tema. In Consiglio, ha aggiunto, c'è la forza per andare nella direzione di valorizzare le competenze statutarie della Regione prima di compiere ogni altro tipo di scelta: questo è il percorso da seguire.

Richiamando le intenzioni della maggioranza, tra le quali quella di promettere un rimborso della bolletta ai residenti, Gerandin ha parlato di proposta populista in stile reddito di cittadinanza, ma non è questo che i valdostani vogliono: per Gerandin, con la paralisi attuale dell'economia, ai valdostani interessa piuttosto la creazione di nuovi posti di lavoro. Il consigliere di Mouv' si è infine detto dispiaciuto che queste scelte le debba fare una maggioranza in stile sopravvivenza, che oltre agli annunci fa ben poco, perché questa sarà una scelta di non ritorno.

Il consigliere Roberto Luboz (Lega VdA) ha parlato di tempo ridotto per i lavori della Commissione, che avrebbero richiesto almeno sei mesi per approfondire tutti gli aspetti da prendere in considerazione.

Invece, per Luboz la Commissione è stata unidirezionale verso la quotazione in borsa, senza nemmeno esaminare la possibilità di procedere con norma di attuazione, che la Valle d'Aosta ha il privilegio di avere. Il consigliere Luboz ha poi osservato che per trattare di una questione con ripercussioni così importanti per il futuro di tutta la regione occorre un'ampia convergenza, non una maggioranza fondata soltanto su 18 voti; occorre avere responsabilità, fermezza, disciplina morale, di cui spesso questo Consiglio fa difetto.

Riferito il fatto che i valdostani guardano ormai con molto sospetto tutto quanto viene deciso in quest'Aula, Luboz ha espresso l'auspicio che si facciano ancora delle riflessioni, prima di assumere una decisione capitale.

red. pol.

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