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Chez Nous | 16 agosto 2018, 10:31

A Saint Vincent continua a girare la roulette degli incarichi esterni. Il fallimento si avvicina a piè veloce

Stefano Aggravi sembra impartire la benedizione al termine del De Profundis

Stefano Aggravi sembra impartire la benedizione al termine del De Profundis

In linea con l’operatività della giunta Spelgatti, impegnata a studiare e ricercare attaché, Giulio Matteo, uomo di fiducia della Giunta Marquisi-Chatrian dalla quale ha ricevuto l'incarico di Amministratore unico, continua a fare girare la roulette degli incarichi esterni.

Infatti, è di questi giorni il bando per l’affida - mento dell’incarico ad un professio - nista per affidargli la respon - sabilità della direzione strategica. In soldoni Di Matteo è alla ricerca di qualcuno o qualcuna per la riorganizzazione strategica del casino. Ma dai tempi della giunta Marquis-Chatrian cosa è stato fatto? Meno soldi incassano al casino e più incarichi esterni vengono affidati da Giulio Di Matteo. Sarà curioso capire chi sarà il fortunato.

Dunque Di Matteo continua ad operare in continuità con la Giunta  Spegatti. Lui fa pagare dazio ai lavoratori e affida incarichi esterni. La Giunta Spelgatti taglia gli assessorati per aumentare gli attaché che costano ben di più di un assessore.

E tutto questo succede perché abbiamo una politica che sarebbe inadeguata persino a gestire un chiosco di hot dogs. Eppure ci sono imprenditori pronti ad investire sulla nostra casa da gioco. Ma la nostra classe politica fa orecchi da mercante. Ha paura di perdere potere clientelare. E tutto questo mentre la nostra autonomia è in grave pericolo. E’ necessario da subito un progetto forte e di eccellenza che si vuole evitare che nel giro di un paio d’anni la nostra autonomia venga azzerata.  

E tutto questo perché tra incapacità e arroganza di chi non vuole ammettere i propri errori e non si rendono conto sono come l’orchestra del Titanic che continua a suonare mentre la nave affondava.

Per oggi o domani, a forza, la maggioranza dei 17 più la stampella n.1 ha fatto rientrare dalle vacanze la Presidenta per decidere cosa fare. E’ in programma una riunione campale con i coltelli sotto il tavolo. Sarà uno scontro cruento tra Stefano Aggravi che vuole far convocare un CdA per analizzare la situazione e Albert Chatrian che è contrario. Di più Aggravi vuole mandare a casa Giulio Di Matteo, ma Albert Chatrian e Pierluigi Marquis si oppongono. Non voglio ammettere che hanno sbagliato. Ma amnca anche il bilancio del casino.

Ma c’è da chiedersi con quale indicazione del Consiglio Aggravi si presenta all’Assemblea di fine mese visto che non ha nessuna indicazione in merito visto che il Consiglio è in vacaza e prima di andare in vacanza ha votato una risoluzione che posticipa a fine settembre la discussione sul casino.

Ma c’è anche un aspetto molto più delicato che è tutto politico. I giudici della Corte dei Conti stanno scrivendo la sentenza per i finanziamenti al casino.  L’eventuale fallimento potrebbe, quindi, condizionare la stesura della sentenza perché a fronte di tanti soldi erogati la partita si chiude sulla falsa riga del casino di Campione. E della questione sono interessanti in tanti appartenenti alla maggioranza della presidenta Spelgatti.

Per questo i politici oggi al governo che stanno passando sotto le forche caudine della Corte dei Conti voglio evitare il fallimento; ma la Lega di soldi a Di Matteo non ne vuole più dare.  Perché lo vuole mandare a casa. Per mettere chi non si sa. E per cosa fare meno ancora.

Infatti il casinò non ha più liquidità; ha raschiato persino il barile delle casse giochi e slot e quindi rischia il fallimento. E a pagare saranno lavoratori come quelli di Campione. Infatti, Chatrian aveva preso ad esempio il casino lombardo, nell’ exclave italiana in territorio svizzero, per rilanciare Saint Vincent.

Un rilancio che non c’è stato; un piano industriale che fino ad oggi a visto calare gli incassi; un Di Matteo, già alla guida di Campione, che continua a bandire selezioni per incarichi vari; l’Assessore Aggravi che contesta l’operato della De Vere scelta da Di Matteo e chi più ne ha più ne metta. E' questa la fotografia che racconta la storia, scritta da una classe politica che  difficilmente riuscirebbe a gestire con successo un chiosco di hot dog, che si preannuncia a tragico fine per circa 700 famiglie e per altrettanti famiglie che dipendono dall'indotto.

piero.minuzzo@gmail.com

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