/ AMBIENTE

AMBIENTE | 01 settembre 2015, 17:15

Visite 'scientifiche' alle frane trasformate in cantine naturali a Borgofranco

Un balmetto di Borgofranco (sito web winesurf.it)

Un balmetto di Borgofranco (sito web winesurf.it)

“A Borgofranco d'Ivrea, sulle Alpi, gli abitanti hanno trasformato accumuli di massi derivati da frane in vere e proprie cantine naturali”.

Lo afferma Franco Gianotti, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino. Ricordando che quest'autunno si celebra la Settimana del Pianeta Terra, alla quale ha aderito anche la Valle d'Aosta con due importanti eventi, Gianotti spiega che “queste cantine naturali potranno essere visitate durante la Settimana del Pianeta Terra”. In Valle, invece, la regione patrocinerà due eventi: il 24 ottobre a Brusson: 'Alla ricerca dell’oro nel cuore della roccia di Chamousira'; Il 25 ottobre a Saint-Marcel: 'Un salto nel passato nella miniera di solfuri di ferro e rame di Servette'.

Quanto alla visita sopra Borgofranco, “Il nostro sarà un intenso viaggio nel cuore dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, vasto ben 500 chilometri quadrati - ha proseguito  Gianotti - che si estende allo sbocco della valle della Dora Baltea ed è stato costruito da un ghiacciaio che nasceva dalle vette più alte d’Europa, quali Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino e Gran Paradiso”.

Gli 'scenziati ambientalisti' torinesi organizzeranno dunque dei tour esplorativi nel comprensorio di Borgofranco, dove gli abitanti hanno saputo trasformare accumuli di frane in 200 cantine denominate 'balmetti', termine derivante da balma o barma che significa “riparo sotto roccia”.

“Parliamo della manifestazione locale di un fenomeno geologico  - spiega Gianotti - attestato e sfruttato in modo sistematico dall’uomo in alcune aree delle Alpi Piemontesi e Lombardo-Ticinesi. Si tratta di accumuli di frana al cui interno sono stati ricavati spazi per la conservazione e la maturazione di vino, salumi e formaggi. Il funzionamento di tali ambienti naturali si basa sulla presenza di correnti d’aria fresca”.

Questo raggruppamento di 200 cantine rappresenta un immenso patrimonio geologico. Insieme ai geologi si potrà salire sui colli d’Ivrea, un'area che durante le glaciazioni veniva coperta da centinaia di metri di ghiaccio in movimento. 

Un giro ad anello intorno al Lago Nero, il più settentrionale dei laghi d’Ivrea, permetterà di osservare le forme di erosione (rocce montonate, lucidature, strie glaciali) impresse dal ghiacciaio sul basamento roccioso della Zona del Canavese (graniti, dioriti, scisti) e alcuni depositi, tra cui i massi erratici. 

aostacronaca.it

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore