Nei giorni scorsi abbiamo raccontato l’addio di Luca Girasole al ruolo di coordinatore cittadino di Forza Italia ad Aosta come un paradosso politico: lasciare dopo il miglior risultato di sempre nel capoluogo, rivendicato dallo stesso dimissionario come frutto di un lavoro territoriale che avrebbe portato il partito al 12,46%, terza forza in città e prima del centrodestra. Una lettura legittima, fondata sulle dichiarazioni pubbliche dell’interessato e su dati elettorali oggettivi.
A quella ricostruzione, però, Forza Italia propone una precisazione altrettanto politica, che non mette in discussione il risultato, ma ne chiarisce – dal punto di vista interno – le dinamiche e le responsabilità. Una precisazione che arriva senza smentire la scelta personale delle dimissioni, ma che ridimensiona in modo deciso il ruolo attribuito all’ex coordinatore cittadino.
Secondo quanto si apprende che il risultato ottenuto ad Aosta sarebbe stato raggiunto in larga parte grazie all’impegno diretto e all’intraprendenza della segreteria, che avrebbe supplito a reiterate carenze organizzative del coordinamento uscente. Al punto che, viene sottolineato senza mezzi termini, senza il suo intervento concreto la lista comunale di Forza Italia ad Aosta non sarebbe nemmeno stata presentata. La ricerca dei candidati, la gestione degli adempimenti amministrativi e l’operatività quotidiana sarebbero ricadute quasi interamente su di lei e su pochi altri. Forse il coordinatore cittadino avrebbe avuto un ruolo marginale, se non assente?
Un chiarimento che si estende anche alla tempistica delle dimissioni: non una scelta maturata ora, ma un passo indietro formalizzato già nel pomeriggio del 28 settembre, a spoglio elettorale ancora in corso, e legato – secondo questa versione – alla mancata elezione in Consiglio regionale. Un elemento che sposta l’asse della narrazione: non l’uscita di scena nel momento migliore, ma la conseguenza di un obiettivo politico non raggiunto.
Nel rispetto della persona e del ruolo ricoperto da Girasole, in Forza Italia c'é chi rivendica una verità interna che ritiene doveroso rendere pubblica: attribuire all’ex coordinatore la paternità del risultato elettorale ad Aosta viene definito “totalmente falso”. Non una polemica personale, ma una presa di posizione che chiama in causa il metodo di lavoro, l’impegno concreto e il peso reale delle responsabilità. Anche perché, viene fatto notare, nel corso del 2025 ad Aosta non si è ancora visto un vero evento di partito promosso dal coordinamento cittadino, nonostante fosse atteso da mesi.
Il messaggio che emerge è chiaro e va oltre il singolo caso: i risultati elettorali non sono mai solo una percentuale da rivendicare, ma il prodotto di un lavoro spesso silenzioso, fatto di organizzazione, presenza e fatica quotidiana. In una Valle d’Aosta dove la politica soffre più di personalismi che di mancanza di idee, Forza Italia sembra voler segnare un discrimine netto tra chi guida formalmente e chi, nei fatti, manda avanti la macchina.
Le dimissioni di Luca Girasole restano un atto legittimo e personale. Ma il chiarimento del partito ridisegna il quadro politico entro cui leggerle. Perché crescere è importante, certo. Ma, come insegna anche questa vicenda, contano ancora di più il come e il chi.













