L’Associazione italiana contro l’Epilessia Valle d’Aosta, da anni impegnata a garantire supporto e inclusione alle persone con epilessia e alle loro famiglie, vince la sedicesima edizione del Premio regionale per il Volontariato, simbolo della capacità del territorio di prendersi cura dei più fragili.
C’è un gesto piccolo e potente che, passo dopo passo, trasforma la vita di una comunità. È il progetto “Percorso Epilessia Valle d’Aosta”, premiato oggi a Palazzo regionale ad Aosta con il Premio regionale per il Volontariato. Un contributo di 5.000 euro riconosce l’impegno di chi sa che sostenere chi convive con l’epilessia non è solo fornire servizi, ma accompagnare famiglie, cancellare discriminazioni e costruire consapevolezza.
Percorso Epilessia VdA
La giuria, nella motivazione, ha sottolineato come “con la bussola puntata sull’inclusione delle persone con epilessia, il progetto rappresenti un’azione di trasformazione sociale, che, un passo alla volta, cancella le discriminazioni per fare strada alla conoscenza e alla sensibilizzazione”. Ed è proprio questo il cuore del volontariato che sa guardare lontano: non solo aiutare, ma generare cultura e empatia.
Vent’anni di progetti candidati, venti storie di impegno e creatività, e oggi la Valle d’Aosta celebra la solidarietà che prende forma concreta. Il Presidente del Consiglio Stefano Aggravi lo ha ricordato: “Il volontariato non è mera disponibilità di tempo, ma responsabilità condivisa. Con le sue 240 associazioni attive, la Valle d’Aosta conferma di sapere investire sulla cultura civica e sulla partecipazione.”
Accanto al progetto vincitore, altri cinque interventi hanno ricevuto riconoscimenti per la capacità di generare inclusione e comunità. Il progetto “Pila per tutti” ha mostrato come lo sport possa diventare strumento di accoglienza, aprendo le piste a ragazzi con disabilità; “Ponti di giovani: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia” ha trasformato le differenze in opportunità di crescita e scambio culturale; “Ambulatorio Medico-Specialistico gratuito per cittadini valdostani non abbienti” ha dato accesso a cure, consulenze e formazione a chi ne ha più bisogno; “EQUI-librio: prendersi cura per curarsi” ha valorizzato il rapporto terapeutico tra persone e cavalli per donne colpite da tumore; infine, “SOS Speranza” ha insegnato a intercettare e rispondere ai primi segnali di disagio fisico o mentale.
Ognuno di questi progetti racconta la stessa verità: il volontariato non è teoria, ma azione concreta, vicinanza, ascolto. In un tempo in cui le fragilità possono diventare invisibili, queste iniziative le rendono visibili, rispettate e protette.
La cerimonia, arricchita dalla presenza di istituzioni, associazioni e rappresentanti del volontariato locale, ha messo in scena l’energia positiva che nasce dall’impegno condiviso. È una testimonianza tangibile di come la solidarietà possa essere organizzata, misurabile e replicabile, senza mai perdere il calore umano che la rende indispensabile.
Alla fine, guardando questi progetti, resta la certezza che la comunità valdostana sa accogliere, sostenere e valorizzare chi ha più bisogno. Il Premio non celebra solo i vincitori: celebra un modello di società in cui nessuno resta indietro e tutti, passo dopo passo, camminano insieme verso un futuro più umano.













