Martedì 9 dicembre, il SAVT ha presentato la sua nuova campagna di sensibilizzazione dedicata alla parità delle opportunità nel mondo del lavoro, un progetto frutto di un percorso durato un anno e sviluppato insieme alle professioniste Marzia Vigliaroni e Margherita Dametti. Il percorso non è stato solo teorico: nasce da un laboratorio di fotografia partecipativa, che ha coinvolto tutti i funzionari del SAVT e le lavoratrici e i lavoratori del CAF e del Patronato. Tutti si sono messi in gioco, affrontando momenti di analisi, confronto e riflessione che hanno permesso di esplorare gli stereotipi di genere e le loro conseguenze concrete nella vita lavorativa quotidiana.
«Ringrazio tutte le persone che lavorano all’interno del SAVT – ha evidenziato Claudio Albertinelli, Segretario generale SAVT – per essersi messe a disposizione in un percorso che non è stato facile: è stato un lavoro fatto anche di momenti introspettivi, in cui ognuno ha dovuto tirare fuori qualcosa di sé. Questo impegno ha dato vita a una campagna che oggi abbiamo l’onore di presentare».
Dal confronto collettivo è nato lo slogan che unisce l’intera campagna: “Il lavoro è un diritto, non un genere.” Tre immagini diventano simbolo del progetto, ciascuna con un messaggio preciso: le difficoltà di accesso delle donne al mondo del lavoro, la libertà di scegliere qualsiasi professione, e gli stereotipi ancora presenti negli annunci occupazionali. Tra queste, la locandina scelta come Tessera SAVT 2026 raffigura una donna di fronte a una piccola porta, simbolo del mondo del lavoro, in cui la dimensione ridotta dell’ingresso mette in evidenza la difficoltà reale che molte donne incontrano ancora oggi nell’accedere a opportunità professionali eque. La tessera, che arriverà a tutti gli iscritti, diventa così un messaggio tangibile dell’impegno quotidiano del sindacato.
La realizzazione grafica delle tre illustrazioni è stata curata da Genny Perron, che ha saputo trasformare in immagini simboliche e universali il materiale emerso dal laboratorio. «La fotografia partecipativa non è solo un metodo: è un atto di impegno civile, perché permette alle persone di riappropriarsi della capacità di analizzare e nominare le discriminazioni, raccontare il proprio sguardo sul mondo e costruire nuove letture», ha spiegato Margherita Dametti, formatrice.
«Il lavoro emerso da questo percorso mostra chiaramente che tutti hanno il diritto di scegliere la professione che preferiscono, indipendentemente dal genere», ha aggiunto Sonia Chabod, responsabile SAVT per il progetto. «Le immagini create durante le sessioni sono diventate la base delle illustrazioni, e rappresentano in modo concreto ciò che vogliamo superare: gli stereotipi che ancora oggi condizionano l’accesso al lavoro».

Tessera SAVT 2026
Un progetto che unisce partecipazione, riflessione e creatività, mostrando come la sensibilizzazione sui temi della parità possa partire dall’esperienza diretta, dalla quotidianità, e arrivare a un messaggio visibile e concreto per tutta la comunità lavorativa valdostana. Il SAVT lancia così un invito chiaro: cambiare il modo in cui guardiamo al lavoro significa cambiare anche le possibilità che diamo a tutti di viverlo con pari dignità.













