Non una consacrazione, ma un segnale chiaro: APS svolge un ruolo concreto e strategico per la comunità, garantendo servizi complessi in un contesto di montagna difficile.
Eppure, come spesso accade, la realtà si scontra con la narrazione urlata dei leoni da tastiera. Nei giorni scorsi è apparso un post intitolato “APS: dietro la narrazione”, che criticava l’azienda con toni durissimi. Tra le frasi citate: “Negli ultimi anni ciò che è accaduto attorno ad APS racconta qualcosa di molto diverso… prima di prendere per buona una certa narrazione, conviene guardare ai fatti”. Il post, apparso per poche ore e poi rimosso, è un perfetto esempio di codardia digitale: sparare giudizi senza assumersi responsabilità, e poi cancellare le prove.
Non è una questione di opinioni: APS ha affrontato vicende interne complesse, tra cui inchieste giudiziarie che hanno coinvolto singoli dipendenti. Alcune accuse riguardano badge falsificati, registrazioni irregolari e altri comportamenti scorretti. Ma è fondamentale chiarire: eventuali problemi creati da dipendenti non adombrano in alcun modo l’operato dei vertici dell’azienda pubblica del Comune di Aosta, che continuano a guidare APS con serietà, trasparenza e strategie concrete.
Il post criticava anche episodi come il cimitero di Aosta, il crematorio fermo, i parcometri accesi durante il lockdown e le multe annullate. Tutti fatti reali, ma isolati. Passaggi come “il quadro che emerge assomiglia poco alla narrazione celebrativa” mostrano come chi scrive si concentri sullo scandalo fine a se stesso, senza riconoscere l’impegno quotidiano di chi, giorno dopo giorno, mantiene attivi servizi essenziali.
Dietro APS ci sono persone concrete: farmacisti, operatori e amministrativi che garantiscono il funzionamento delle farmacie, la distribuzione dei farmaci per cronicità, i servizi sociosanitari e la telemedicina. E lo fanno spesso in condizioni difficili, sostenendo la società anche quando tensioni interne e problematiche passate creano frizioni.
Se APS è oggi considerata un caso di studio a livello nazionale, è perché funziona davvero: non per narrazione locale, né per titoli sensazionalistici. E mentre qualche leone da tastiera si affanna a pubblicare post critici per poi cancellarli, chi lavora in APS continua a far girare i servizi pubblici, silenziosamente ma con risultati concreti.
In conclusione: APS merita rispetto per ciò che fa davvero. I leoni da tastiera, invece, meritano solo una lezione di realtà: prima di sparare giudizi e poi scomparire dietro post cancellati, imparino a distinguere tra narrazione urlata e fatti concreti. Perché il servizio pubblico non si difende con titoli ad effetto, ma con lavoro, competenza e responsabilità. E spiacerebbe scoprire che tra i leoni della tastiera ci sono dipendenti dell'Aps medesima.













