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CRONACA | 18 ottobre 2025, 15:12

Ottobre di fango e memoria: la Valle d’Aosta si ferma per ricordare le vittime dell’alluvione del 2000

Venticinque anni dopo la tragedia che costò la vita a venti persone, la comunità valdostana si è ritrovata oggi in piazza Chanoux per una giornata di commemorazione e di gratitudine verso la Protezione civile. “La memoria non è nostalgia – ha detto il Presidente Testolin – ma il fondamento della responsabilità collettiva”.

Sevizio fotografico Paolo Rey-RAVA

Sevizio fotografico Paolo Rey-RAVA

È una mattina limpida, quasi a voler sfidare il ricordo di quell’ottobre di pioggia e fango. Piazza Chanoux si è riempita di divise arancioni, volti emozionati e mani intrecciate nel ricordo. Venticinque anni dopo, la Valle d’Aosta si è fermata per commemorare le vittime dell’alluvione del 2000, chiudendo con un momento solenne la Settimana nazionale della Protezione civile.

Nel cuore della città, tra gli stand e i mezzi di soccorso allineati, si respira un’atmosfera sospesa tra gratitudine e dolore. “La Protezione civile è un sistema complesso, fatto di soccorso, previsione e prevenzione”, ha spiegato il capo della Protezione civile valdostana Valerio Segor, mentre mostrava ai cittadini il campo base allestito per l’occasione. “In piazza oggi ci sono tutte le componenti che rendono possibile questa macchina: la centrale operativa, gli enti tecnici e, soprattutto, i volontari, che sono il cuore pulsante del sistema”.

Il ricordo, però, resta al centro. “Solo insieme possiamo costituire una valida alternativa ai disastri che possono colpirci”, ha dichiarato il neosindaco di Aosta, Raffaele Rocco, ricordando “i lutti, le disgrazie e i danni di allora, ma anche la reazione unitaria e coraggiosa della Regione”. Le sue parole, accolte da un lungo applauso, hanno fatto riaffiorare la forza di una comunità che, nel 2000, seppe rialzarsi dal fango con dignità e determinazione.

Il Presidente della Regione Renzo Testolin ha voluto rendere omaggio alle vittime e ai soccorritori di allora: “Momenti, immagini e storie di vita di quei giorni restano scolpiti nella nostra memoria collettiva. Ma accanto al dolore riaffiora l’orgoglio di una Valle che seppe reagire con prontezza, solidarietà e amore per la propria terra”.

Le campane della Cattedrale, che lo scorso 15 ottobre avevano suonato a lutto durante la Messa di suffragio presieduta dal Vescovo Franco Lovignana, tornano oggi idealmente a scandire il ritmo del ricordo. Quelle venti vite spezzate, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre del 2000, restano una ferita aperta e un monito permanente.

L’alluvione di allora travolse ventidue comuni, spazzando via case, ponti e strade, lasciando dietro di sé distruzione e silenzio. Ma da quella tragedia nacque anche una nuova cultura della prevenzione: la Protezione civile valdostana, oggi riconosciuta tra le più efficienti in Italia, è figlia di quella prova estrema.

Il motto scelto per questa edizione della settimana – “Uniti per proteggerci” – è risuonato come un filo conduttore. Non solo uno slogan, ma una dichiarazione d’intenti: che la memoria non sia un esercizio del passato, ma un impegno vivo per il futuro.

E tra le voci, i volti e le sirene silenziose dei mezzi in piazza, resta la consapevolezza che ogni anniversario è un ponte tra ciò che è stato e ciò che può ancora essere protetto.
Perché la Valle d’Aosta, oggi come allora, sa che ricordare non basta: bisogna continuare a costruire sicurezza, solidarietà e speranza, affinché il fango del 2000 resti solo memoria, e mai più presente.

red/cro

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