Il Movimento è consapevole che, dietro queste mostruosità di allora e di oggi, esistono decenni di conflitti etnici ed economici che da troppo tempo insanguinano quelle terre.
Per questo ribadisce il suo sostegno all’autodeterminazione dei popoli e chiede pieno rispetto per i diritti fondamentali e internazionali dell’essere umano, ricordando anche gli oltre cinquanta conflitti attualmente in corso nel mondo, molti dei quali dimenticati, in particolare nel continente africano.
Noi crediamo che le guerre siano il prodotto di un progetto globale, voluto da un’élite oscura che da troppo tempo tiene in scacco l’intero pianeta.
Ricordando il grande scrittore Primo Levi, noi “non vogliamo girarci dall’altra parte, come se tutto ciò non ci riguardasse”.
Tutto ciò che accade nel mondo è il riflesso di ciò che operiamo e pensiamo tutti noi.
Quindi partiamo da noi: coltiviamo la pace in noi stessi, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità.
Smettiamo di cadere nel tranello delle divisioni ideologiche, alimentando la separazione.
Questo è ciò che vogliono i potenti della Terra.
La pace non ha bandiere.
Così come la guerra.
Per quanto riguarda il famigerato riarmo, voluto dall’Europa (800 miliardi di euro in armamenti), hanno votato compatti, insieme, destra e sinistra.
Certamente queste armi, fabbricate o acquistate, non serviranno a difendere l’Unione Europea da fantomatiche invasioni, ma verranno utilizzate per uccidere, là dove si vogliono alimentare tensioni e conflitti.
Un mondo senza armi è un mondo in pace.
Contro il riarmo, purtroppo, non assistiamo a nessuna discesa in piazza, a nessuna presa di posizione di massa, come invece è successo quando, qui in Italia, sono stati calpestati i diritti fondamentali dell’essere umano: il diritto all’autodeterminazione e i principi base della Costituzione italiana.
Noi del Movimento Valle d’Aosta Futura pensiamo che nessuno verrà a salvarci.
Ma siamo convinti che una presa di coscienza individuale e collettiva, un aumento della consapevolezza, la capacità di rappresentare un’umanità che si erge in piedi – con la schiena dritta – di fronte a tutti i soprusi, possano fare la differenza.
Ma occorre partire da noi stessi, dal basso!













