EMERGENCY si schiera al fianco della società civile italiana, aderendo allo sciopero proclamato dalla CGIL per venerdì 19 settembre, in segno di solidarietà verso i civili intrappolati nella Striscia di Gaza. L’organizzazione torna a lanciare un allarme urgente al governo italiano, affinché agisca senza indugio per fermare i bombardamenti e garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario.
«Da oltre un anno assistiamo a una violenza senza precedenti – dichiara EMERGENCY –. Gaza City è ridotta a macerie, migliaia di persone vivono intrappolate tra bombe e detriti, senza accesso a cibo, acqua o cure. La brutalità è concentrata in pochi chilometri quadrati, senza che vi sia alcun luogo sicuro».
L’ONG è presente sul territorio con una clinica ad al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, dove ogni giorno vengono visitate circa 250 persone, e presso la clinica di medicina di base ad al-Mawasi gestita dall’associazione locale CFTA, che ha garantito oltre 19.000 prestazioni tra novembre 2024 e luglio 2025. Parallelamente, la nave di ricerca e soccorso di EMERGENCY partecipa alla Global Sumud Flotilla, con compiti di osservazione e supporto medico-logistico.
L’appello è netto: «L’Europa non ha adottato azioni concrete per proteggere centinaia di migliaia di civili sotto attacco quotidiano. La Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite ha qualificato la situazione a Gaza come “genocidio”».
EMERGENCY invita cittadini e istituzioni a non rimanere inerti, formulando tre richieste precise: attivare immediatamente un impegno diplomatico per il cessate il fuoco; annullare il memorandum di collaborazione militare con Israele; sospendere il commercio di armi verso lo Stato israeliano. «Non vogliamo e non possiamo essere complici di questo massacro», conclude l’ONG, ribadendo che la mobilitazione civile è l’unica via per fare pressione sul governo e ottenere azioni concrete.













