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EVENTI E APPUNTAMENTI | 26 agosto 2025, 19:59

Commemorazione a Molère di Valsavarenche

La Valle d’Aosta ricorda i partigiani caduti e rinnova l’impegno antifascista. Domenica 31 agosto cerimonia al monumento di Rolando Robino con Anpi, istituzioni e comunità

Commemorazione a Molère di Valsavarenche

La memoria non è un esercizio retorico, ma un atto politico e civile. Domenica 31 agosto la comunità valdostana si ritroverà a Molère, in Valsavarenche, per commemorare una delle pagine più dure e insieme più significative della lotta di Liberazione.

Fu in quel piccolo villaggio alpino che, nell’estate del 1944, i partigiani organizzarono un posto di blocco e di avvistamento. Tra loro c’era anche Federico Chabod, l’illustre storico e futuro primo presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, che fece turni di guardia al fianco di giovani valligiani e studenti decisi a opporsi all’occupazione nazifascista.

Una pattuglia di truppe ufficiali si presentò in abiti civili, fingendosi popolani. Colsero di sorpresa i partigiani, aprendo il fuoco e incendiando il villaggio. In quel tragico episodio persero la vita giovani combattenti e venne barbaramente massacrato Pietro Carlin, anziano del posto: un atto di cieca ferocia che resta inciso nella memoria della comunità.

Non fu un episodio isolato. Come in tante valli alpine – dalla Val Sesia al Canavese, fino alle montagne piemontesi e lombarde – la repressione nazifascista colpì i civili con particolare durezza, per spezzare la rete di sostegno alla Resistenza. Ma proprio da quelle ferite nacque la scelta consapevole di non piegarsi.

La cerimonia di domenica

La commemorazione prenderà avvio alle ore 10.00 con la deposizione di fiori alle croci poste lungo la strada regionale, a ricordo dei caduti. Alle 10.30, davanti a uno dei monumenti più suggestivi della memoria partigiana, progettato da Rolando Robino, sarà deposta una corona. Seguiranno la Messa, i saluti delle autorità e gli interventi dell’ANPI Valle d’Aosta e dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea.

Un momento particolarmente significativo sarà l’intitolazione dell’area antistante il monumento a Pierre Alexandre Carlin, giovane partigiano e vittima della strage. Un gesto che restituisce identità e volto a chi scelse di non piegarsi, pagando con la vita il prezzo della libertà.

Molère non è solo un villaggio colpito dalla violenza nazifascista, ma un simbolo della Valle d’Aosta resistente. Qui si intrecciano le storie di giovani contadini e pastori che decisero di combattere, di intellettuali come Chabod che non rimasero spettatori, di famiglie che offrirono rifugio e sostegno.

Il monumento di Robino, con le sue linee essenziali e drammatiche, non è solo un’opera d’arte, ma un monito: il sacrificio di Molère non appartiene al passato, ma parla al presente e al futuro.

La commemorazione cade in un tempo in cui rigurgiti di neofascismo e revisionismi superficiali cercano di intaccare la memoria condivisa. Per questo l’ANPI insiste: la Resistenza non è un capitolo chiuso nei libri di storia, ma la radice stessa della nostra democrazia.

Come recita la Costituzione nata dalla Liberazione, “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Ogni volta che un paese come Molère viene ricordato, ogni volta che i nomi dei partigiani caduti vengono pronunciati, si riafferma che quella conquista non fu gratuita e non è mai scontata.

La memoria è un dovere collettivo. Non basta deporre fiori: occorre assumere la responsabilità di difendere i valori per cui quei giovani e quei civili furono uccisi. A Molère, come a Quart la scorsa settimana e in tanti altri luoghi della nostra Regione, la comunità valdostana rinnova un patto di fedeltà alla libertà, alla giustizia sociale, alla pace.

Il sacrificio di Pietro Carlin e dei partigiani di Molère non è solo memoria storica. È un impegno antifascista che si rinnova, oggi più che mai necessario.

pi/red

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