Mentre il Governo italiano si appresta a incontrare l’imprenditore Angelo Mastrolia, nuovo proprietario della rete Carrefour in Italia, in Valle d’Aosta tutto tace. Nessuna dichiarazione, nessun consiglio straordinario, nessuna presa di posizione: il futuro dei circa 250 dipendenti regionali resta appeso a un filo, ma sembra non interessare a nessuno dei rappresentanti politici locali.
Un silenzio tanto più inquietante se si considera che l’operazione messa in campo da NewPrinces – colosso italiano dell’agroalimentare che controlla, tra gli altri, marchi noti come Plasmon, Delverde e Centrale del Latte – avrà impatti profondi sulla vita di 13mila lavoratori diretti, distribuiti nei 1.118 punti vendita ex Carrefour lungo tutta la penisola.
L’uscita di scena del colosso francese della grande distribuzione è arrivata con una nota stringata, diffusa proprio da NewPrinces, che ha annunciato di aver firmato un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% del capitale di Carrefour Italia.
Un addio che chiude un’epoca e apre interrogativi inquietanti, soprattutto per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, lasciati in attesa di conoscere quale sarà il loro destino all’interno di un nuovo assetto societario tutto da costruire.
NewPrinces, azienda fondata nel 2004 a Reggio Emilia, ha dichiarato di voler rilanciare l’insegna GS e di puntare all’integrazione verticale tra produzione e distribuzione, rafforzando la filiera. Una strategia che potrebbe significare efficienza, certo, ma anche tagli, razionalizzazioni, chiusure.
Con un investimento da un miliardo di euro, l’obiettivo dichiarato è di far lievitare il fatturato dagli attuali 750 milioni ai 7 miliardi già nel 2025. Una scalata ambiziosa, ma sulle spalle di chi?
La domanda che si pongono in molti – lavoratori, sindacalisti, famiglie – è semplice: chi difenderà i 250 valdostani impiegati nella rete Carrefour?
Chi garantirà che, anche in una piccola regione come la nostra, non si approfitti della transizione per ridurre il personale, abbassare salari, chiudere punti vendita meno redditizi?
I sindacati fanno la loro parte e cercano interlocuzioni a livello nazionale. Ma in Valle? Nessuna convocazione, nessuna apertura di tavoli con la proprietà, nessun piano di tutela o supporto annunciato.
La politica regionale – tutta, da destra a sinistra – sembra essersi nascosta dietro le casse automatiche, incapace di formulare una strategia, anche solo una posizione. Lo stesso nessun segnale di preoccupazione dalla Chiesa Valdostana
Il futuro dei lavoratori Carrefour non può diventare una riga nel bilancio di qualcun altro. Se la politica regionale non si sveglia, il rischio è che la nostra autonomia si dimostri ancora una volta più fragile di una busta della spesa.










