Un giorno destinato a entrare nella storia del Made in Italy e della ristorazione italiana. La cucina italiana è stata ufficialmente riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO, prima al mondo ad essere premiata nella sua interezza. La decisione, presa all’unanimità dal Comitato intergovernativo riunito a New Delhi, rappresenta “un riconoscimento straordinario per un settore che costituisce l’eccellenza del Made in Italy nel mondo”.
Secondo la delibera UNESCO, la cucina italiana è definita come una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, “un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda”. Un riconoscimento che va oltre i confini nazionali e che valorizza la cucina come veicolo di identità e socialità.
Al cuore di questo traguardo c’è FIPE Confcommercio, che da decenni tutela e promuove il settore della ristorazione. Con oltre 300.000 imprese associate in tutta Italia, la Federazione ha svolto un ruolo determinante nel processo di candidatura, collaborando con le istituzioni per documentare le tradizioni regionali, sostenere le imprese locali e promuovere la formazione professionale dei nuovi chef.
“In questi anni abbiamo lavorato per valorizzare le nostre eccellenze gastronomiche e formare professionisti capaci di portare la tradizione italiana nel mondo”, sottolineano i vertici di FIPE, ricordando come ogni regione abbia contribuito con piatti, ricette e saperi tramandati di generazione in generazione.
Non poteva mancare il contributo della Valle d’Aosta, protagonista con Graziano Dominidiato. Il presidente regionale di FIPE, già nominato nel Consiglio Nazionale di Confturismo, è stato eletto ufficialmente nel comitato direttivo dell’ente a fianco del nuovo presidente Manfred Pinzger. “Il riconoscimento UNESCO della cucina italiana come patrimonio dell’umanità è un traguardo che premia il lavoro di generazioni di ristoratori, chef e operatori del settore,” dichiara Dominidiato. “Questo riconoscimento ci responsabilizza ancora di più nel preservare e tramandare le nostre tradizioni culinarie, dalla polenta concia alla carbonada, dal lardo di Arnad ai formaggi DOP valdostani. È un’opportunità per far conoscere il nostro territorio al mondo attraverso i sapori che ci rappresentano.”
Il ruolo della Valle d’Aosta non si limita al riconoscimento culturale. Il settore della ristorazione locale può diventare volano per lo sviluppo turistico: agriturismi, ristoranti tipici e produttori di eccellenze DOP e IGP possono attrarre visitatori italiani e stranieri, rafforzando l’immagine di una regione che unisce montagne, tradizioni e alta qualità gastronomica. “Ogni piatto racconta una storia, ogni ingrediente porta con sé il legame con la nostra terra. Ora abbiamo la responsabilità di farlo conoscere e apprezzare anche fuori dai confini regionali,” aggiunge Dominidiato.
L’ingresso della cucina italiana nei patrimoni UNESCO apre nuove prospettive per l’intero comparto: turismo enogastronomico, valorizzazione dei prodotti tipici e promozione internazionale del brand Italia. FIPE Confcommercio, con il contributo dei rappresentanti territoriali, continuerà a sostenere le imprese del settore, promuovere la formazione professionale e far conoscere l’eccellenza della ristorazione italiana nel mondo.
Un riconoscimento che, come osservano gli operatori locali, potrebbe anche stimolare iniziative innovative: festival culinari, percorsi turistici a tema, eventi per scuole e giovani chef, tutti strumenti utili a rafforzare la competitività e l’attrattività della Valle d’Aosta come meta enogastronomica di qualità. Come conclude Dominidiato: “La cucina italiana è patrimonio dell’umanità, ma le nostre montagne, le nostre tradizioni e i nostri prodotti valgono altrettanto. È il momento di raccontare chi siamo attraverso i nostri sapori.”












