La partita che si apre attorno al nuovo bando di gara per il Servizio di intervento immediato al Traforo del Monte Bianco non è una semplice questione tecnica, ma tocca nodi economici, occupazionali e di sicurezza di primo piano. Questa mattina, 11 dicembre 2025, FIT CISL Valle d’Aosta, FILT CGIL Valle d’Aosta, SAVT Trasporti, UIL Trasporti Valle d’Aosta e SLA CISAL Valle d’Aosta hanno inviato una richiesta formale di incontro urgente alla società italiana del Traforo del Monte Bianco, coinvolgendo per conoscenza anche il GEIE TMB.
Al centro della sollecitazione sindacale c’è il bando di gara previsto per il 2026, che riguarda un servizio delicatissimo: quello del pronto intervento e della gestione delle emergenze all’interno di una delle infrastrutture transfrontaliere più sensibili d’Europa. Un servizio che non è solo un costo a bilancio o una voce di appalto, ma un presidio operativo fondamentale per la sicurezza degli utenti, dei lavoratori e dei territori collegati dal traforo.
I sindacati chiedono chiarezza sulle previsioni contenute nel bando, sulle eventuali modifiche ai modelli gestionali e, soprattutto, sulle conseguenze che tali scelte potrebbero avere sul personale oggi impiegato nelle attività di emergenza. In un contesto come quello del Monte Bianco, dove l’esperienza, la formazione e la conoscenza del contesto operativo sono fattori decisivi, ogni cambio di assetto rischia di produrre effetti non neutri né sul piano occupazionale né su quello della qualità del servizio.
A pesare, nelle valutazioni delle organizzazioni sindacali, è anche l’ipotesi che la gara possa essere nuovamente regolata dal diritto francese, come già avvenuto in precedenti procedure. Una scelta che, pur comprensibile nel quadro di una gestione binazionale, solleva interrogativi concreti sulla tutela dei lavoratori italiani, sull’applicazione dei contratti e sulle garanzie di continuità occupazionale. In un’infrastruttura condivisa, il rischio è che l’equilibrio tra le due sponde venga gestito più sul piano formale che su quello sostanziale, con ricadute asimmetriche.
Dal punto di vista economico, la questione va letta anche come un confronto tra logiche di appalto e logiche di servizio pubblico. Sicurezza e pronto intervento, sottolineano i sindacati, non possono essere esposti a margini di incertezza né a scelte orientate esclusivamente all’ottimizzazione dei costi. In gioco non c’è solo l’efficienza del servizio, ma la sua affidabilità nel tempo e la tenuta di un sistema che deve funzionare senza sbavature.
Per questo le organizzazioni sindacali chiedono che l’incontro venga programmato nei prossimi giorni, con l’obiettivo di avviare un’analisi condivisa del bando e delle sue implicazioni, salvaguardando stabilità occupazionale, qualità operativa e continuità del servizio. La disponibilità al confronto costruttivo viene ribadita, ma accompagnata dalla richiesta di un riscontro rapido, perché sul Traforo del Monte Bianco le scelte rinviate o poco chiare finiscono sempre per avere un costo, economico e umano, ben più alto di quello che appare sulla carta.












