ieri, 3 luglio 2025, l’INPS ha diffuso una circolare con importanti indicazioni operative per affrontare i disagi causati dalle ondate di calore estive sul lavoro. In attesa di una riforma normativa nazionale sul tema, l’Istituto ha stabilito le modalità per accedere all’integrazione salariale nei casi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa dovuta a caldo eccessivo.
Le indicazioni riguardano sia i datori di lavoro che richiedono il Trattamento Ordinario di Integrazione Salariale (CIGO), sia coloro che possono accedere all’Assegno di Integrazione Salariale tramite il Fondo di Integrazione Salariale (FIS) o i Fondi di Solidarietà Bilaterali, in base al settore.
In presenza di temperature elevate, la prestazione può essere riconosciuta quando le temperature superano i 35°C, includendo anche la temperatura “percepita”, che tiene conto dell’umidità e delle condizioni microclimatiche locali.
In particolare, se l’interruzione dell’attività è ordinata da un’autorità pubblica (ad esempio un sindaco o un prefetto), la causale da indicare nella richiesta di integrazione salariale è:
“sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori”.
Le direttive sono pensate per tutelare la salute dei lavoratori esposti a elevate temperature, in particolare in settori come l’edilizia, l’agricoltura, la logistica e i cantieri stradali. Ma valgono anche per tutte le situazioni in cui le condizioni climatiche rendono oggettivamente pericoloso o impossibile lavorare.
Il documento INPS arriva in un’estate già segnata da allerta meteo e stop forzati alle attività all’aperto, e anticipa un intervento legislativo atteso per rendere strutturale il riconoscimento del “disagio climatico” come causa legittima di sospensione lavorativa.
Nel frattempo, i datori di lavoro sono invitati a documentare puntualmente la situazione climatica, affidandosi a fonti ufficiali come il bollettino del Ministero della Salute o i dati meteo certificati, per giustificare l’interruzione e inoltrare la domanda all’INPS nei termini previsti.