Nel 2024, le compagnie di assicurazioni italiane hanno erogato 42 miliardi di euro in risarcimenti, tra rami danni e vita. Hanno raccolto 150 miliardi di premi e gestito oltre 1.000 miliardi di euro in investimenti, contribuendo al finanziamento dell’economia reale. Eppure, l’Italia resta uno dei Paesi con il più basso tasso di penetrazione assicurativa in Europa.
Nel suo primo intervento pubblico da Presidente ANIA, Giovanni Liverani delinea un’agenda ambiziosa: rafforzare la protezione assicurativa come leva per la competitività nazionale, colmare il gap di copertura nei confronti dei grandi rischi e modernizzare il sistema con logiche di partenariato pubblico-privato.
Viviamo, in “una fase di trasformazione radicale”, segnata da instabilità geopolitica, crisi ambientali, fragilità demografica e incertezza economica. In questo scenario, l’assicurazione emerge non solo come settore economico, ma come “strumento di stabilizzazione sociale”, capace di proteggere famiglie, imprese e istituzioni
Con solo l’1,1% del PIL dedicato a premi non auto (contro il 2,6% europeo), l’Italia vive una cronica condizione di sottoassicurazione. Un dato emblematico riguarda le calamità naturali: solo il 7% di case e imprese è coperto da polizze contro eventi sismici, alluvioni o frane, nonostante il 94% dei comuni italiani sia esposto a questi rischi.
La nuova norma che ha introdotto l’obbligo di assicurazione per le imprese contro i rischi catastrofali, definita “coraggiosa” , rappresenta un primo passo. L’obiettivo, però, è più ampio: estendere la protezione anche alle abitazioni private, con logiche mutualistiche e costi sostenibili, per evitare che un disastro naturale si trasformi in una crisi sociale.
Liverani propone un “Patto per un’Italia protetta e competitiva”, basato su una visione strategica della funzione assicurativa. Non più solo soggetto da tassare, ma partner pubblico-privato nella gestione dei grandi rischi sociali: previdenza, sanità, non autosufficienza. Tre i pilastri proposti:
Previdenza complementare: solo il 38% dei lavoratori vi aderisce, mentre il passaggio al sistema contributivo ha già ridotto il tenore di vita post-pensionamento di un terzo.
Sanità integrativa: con oltre 40 miliardi di euro annui di spesa sanitaria privata, Liverani propone di reindirizzare parte di questa spesa verso coperture che rafforzino anche il servizio pubblico.
Long-term care: servono prodotti assicurativi universali per la non autosufficienza, da attivare sin dalla giovane età, per sostenere il crescente bisogno di assistenza nella quarta età.
Il Presidente richiama anche la necessità di semplificare il quadro normativo (oggi frammentato e ridondante), modernizzare i modelli industriali attraverso tecnologie come IA e data analytics, e rafforzare il capitale umano del settore. Rilevante anche la proposta di revisione del sistema RC auto, per renderlo più equo e aderente al rischio reale.
Necessario anche diffondere la cultura assicurativa nelle scuole, tra i cittadini e nelle imprese: L’assicurazione non è un costo, ma una leva di fiducia, e dove c’è fiducia si investe, si innova, si cresce.