Come per quasi tutte le cime che si elevano ad ovest del Sempione, anche per salire al Tochuhorn si deve transitare da Hopsche. Questo è un luogo speciale che, ogni volta che lo si incontra, suscita sempre stupore. Seguendo il sentiero che si diparte dal parcheggio, ci si innalza su un promontorio che nasconde fino all’ultimo momento la presenza di queste quattro case. E così, quando le scorgiamo improvvisamente, si resta sorpresi.
Sono case in pietra grigia, con tetti in piode anch’esse grigie, riparate da un cocuzzolo sul quale svetta la bandiera del Vallese, nei pressi della quale – nelle giornate festive – può capitare, con altrettanta sorpresa, di scorgere un suonatore di corno svizzero.
Ma Hopsche sorprende anche per il suo laghetto che, manco a dirlo, si scorge solo quando ci si alza un pochino lungo il sentiero. È un luogo – questo laghetto di un centinaio di metri quadrati – che contiene tutti i requisiti per essere considerato “un bel posto”.
Nei giorni festivi della bella stagione è gremito di famigliole che lo raggiungono per sedersi sulle sue rive placide, ad abbandonarsi al sole. Negli altri giorni, il luogo risulta solitario e schivo. Una rudimentale panchina in legno invita a sedersi ad assaporare l’aria, il silenzio e la bellezza del paesaggio alpino.
Sulla pacifica vetta del Tochuhorn (Ph. M. Carlesso)
Dal parcheggio, sul lato dell’Albergo Monte Leone, si scende la scaletta in pietra e si percorre uno dei numerosi tracciati che aggirano i dossi fino alla torbiera, da dove – volgendo a destra – si risale ad Hopsche (2030 m).
Da qui si sale lungo il comodo sentiero di sinistra, raggiungendo un grosso masso con indicazioni. Si piega a destra fino al minuscolo laghetto e da qui si prende a sinistra, percorrendo un lungo traverso in moderata pendenza fino a un risalto, che si supera con ripide svolte.
Superato questo acrocoro, si entra nell’ampio vallone delimitato a nord dalla doppia cima del Tochuhorn ed a sud dal lungo crestone degli Straffelgrat. Si continua in ambiente aperto e suggestivo lungo un vasto altipiano, che si percorre con pendenze mai impegnative e su largo e comodo sentiero, fino ad Undre Rossusee, un laghetto spesso secco in tarda stagione.
Da questo punto, contraddistinto anche da una palina, ci si indirizza verso l’evidente groppa ovest del Tochuhorn. Dapprima su debole traccia tra rocce e ghiaie, e poi sempre su tracciato evidente, sul filo di cresta mai esposto (ad eccezione di un breve tratto che anticipa l’erbosa calotta sommitale), si raggiunge la vetta, che appare subito di grande respiro panoramico ed emotivo.
Il ghiacciaio dell’Aletsch dal Tochuhorn (Ph. M. Carlesso)
Ed è proprio riposandoci e rilassandoci che si scorgerà attorno a noi un panorama a 360 gradi che lascerà senza fiato: Leone e Fletschhorn, con i loro gruppi montuosi, la fanno da padroni.
Ma anche il solito Aletschhorn non manca di sorprendere con la sua imponenza. In lontananza, ma anche a portata di mano, si erge l’ambita cupola dello Spitzhorli.
Sotto di noi, apparentemente lontanissimo, il nastro grigio della strada del Sempione, il cui sinuoso percorso disegna l’ideale confine tra i due gruppi di Alpi.
Il Tochuhorn dalle praterie di Undre Rossusee (Ph. M. Carlesso)
Discesa lungo il medesimo itinerario.
Ad Undre Rossusee si può tuttavia optare per risalire il facile valico della Inneri Nanzlicke, raggiungendo la sommità degli Straffelgrat e ridiscendere dagli stessi “a vista” verso Hopsche.
Altra interessante alternativa di discesa consiste nel raggiungere, dalla cima, attraverso una vaga traccia su pietraie, la vetta nord e da questa – per cresta rocciosa con passi di II che richiedono attenzione – scendere al passo di Galmji, riprendendo da qui il sentiero dello Staldhorn.
Le severe baite di Hopsche con il Fletschhorn sullo sfondo (Ph. M. Carlesso)
La scheda
Partenza: Passo del Sempione 2005 m (raggiungibile tramite la A26 direzione nord: Domodossola – Varzo – Gondo – Simplon Dorf – Simplonpass)
Arrivo: Tochuhorn 2.661 m
Dislivello: 660 m circa
Tempo: 2h15 (salita)
Difficoltà: E (EE se abbinato alla cima nord)
Un suggerimento per un gustoso pranzo al sacco a impatto zero: panzanella.
CARTINA TOCHUHORN
(Questo articolo, in forma più estesa, è apparso anche sul n. 2/2022 della centenaria Rivista di vita alpina “Giovane Montagna”.)