Per introdurre questa montagna, riporto lo stralcio di una vecchia relazione di autore sconosciuto che esprime al meglio la potenzialità di questa cima elvetica: “Quante volte ci è capitato di sentirci chiedere di essere accompagnati ‘in montagna’ da persone che in montagna non sono mai state, magari poco sportive ma con la volontà di vedere un po' il perché della nostra passione?
Non si sa mai dove portarli: ogni gita sembra troppo lunga, poco interessante, non così emblematica dell'ambiente alpino. In questo dilemma ci viene in aiuto lo Staldhorn: un’escursione che si svolge con semplicità in un ambiente stupendo.
Chi la percorrerà in una bella giornata d'estate non potrà dimenticare la flora, il paesaggio e quell'aria da ‘alta montagna’ data dalla vista su grandi ghiacciai, vicini e lontani.
L'ascesa è graduale e il dislivello modesto, ma arrivati in cima sembra di essere su chissà quale montagna.
La salita è veramente bella anche per chi frequenta la montagna, e la vista dalla cima ripaga dello sforzo che può aver fatto anche il meno allenato: uno sguardo a 360° su montagne bellissime, fiori, rocce, ghiacciai che scintillano.
Se i nostri amici non capiscono qui perché amiamo la montagna... allora non c'è speranza...”
Sullo Staldhorn ci sono salito decine di volte: col caldo, col freddo, con la pioggia e con la nebbia, e sempre mi sono ritrovato ad apprezzare l’emozione che questa cima – con la sua salita “per tutti” – sa dispensare, proprio come ben illustrato dall’alpinista sconosciuto.
Il Fletschhorn salendo allo Staldhorn (Ph. M. Carlesso)
Staldhorn mt. 2463
Al Passo del Sempione si parcheggia gratuitamente sul lato dell’Hotel Monte Leone, una costruzione bassa con torre circolare di colore rosa. Passando proprio a fianco della costruzione, sul lato sud, si intercetta una scalinata in pietra che conduce dapprima ad un laghetto e poi, seguendo indistintamente uno dei tracciati che aggirano o risalgono i numerosi dossi, si attraversa la zona a torbiera fino ad innestarsi su un largo sentiero.
Il sentiero si segue verso destra e, con una piccola rampa, adduce alle severe e bellissime baite di Hopsche (2030 mt), che affacciano su un grazioso lago. Appena dopo le baite si prende la rampa che sale a sinistra e si prosegue su buon sentiero.
Il lago di Hopsche (Ph. M. Carlesso)
Qui il panorama sulla nord del Fletschhorn e sul gruppo Leone/Terrarossa è stupendo. Il sentiero prosegue in traverso verso sinistra fino ad un grosso masso con un cartello che indica una deviazione a destra. Il sentiero, in questo tratto, è un po’ più ripido ma sempre molto agevole, e perviene ad un laghetto che si lascia a sinistra salendo decisamente verso nord-est. Dopo un ulteriore tratto ripido si intravede, sulla sinistra, il colle Galmji (2373 mt), che affaccia sulla Nesseltal.
Di fronte compare invece in modo netto la nostra meta. È qui che, evitando di salire verso il colle, si intercetta una traccia che sale dritta verso lo Staldhorn. Si attraversa un’area prativa quasi in piano e poi, con un ultimo sforzo, si risale una valletta tra due placconate rocciose, arrivando alla croce di vetta.
Dalla vetta a precipizio su Brig (Ph. M. Carlesso)
Il panorama è superbo: sotto di noi, quasi a precipizio, si individua la strada con le strutture dell’Ospizio e dell’Hotel. Di fronte si staglia il gruppo Leone/Terrarossa. Verso nord appaiono le montagne rosse della Saflishtal di Rosswald, con il Fulhorn e le due vette della Huwetz.
In vetta con l’incombente mole dell’Hubschhorn (Ph. M. Carlesso)
Più a nord, lo sguardo è attratto dalle grandi vette dell’Aletschhorn e del Finsteraarhorn. Verso ovest compaiono i colossi del Dom e del Weisshorn ed infine, a sud, il Fletschhorn con il suo impressionante versante nord.
La discesa avviene lungo il medesimo itinerario di salita.
Prateria di Orchis sambucina (Ph. M. Carlesso)
La scheda
Partenza: Passo del Sempione 2005 mt (raggiungibile tramite la A26 direzione Nord: Domodossola – Varzo – Gondo – Simplon Dorf – Simplonpass)
Arrivo: Staldhorn 2463 mt
Dislivello: 460 mt circa
Tempo: 1h30 (salita)
Difficoltà: E
Per un pranzo al sacco Veg
Un suggerimento per un gustoso pranzo al sacco a impatto zero:
Cous cous con verdure e uvetta

CARTINA STALDHORN
Questo articolo, in forma più estesa, è apparso anche sul nr. 2/2022 della centenaria rivista di vita alpina “Giovane Montagna”











