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CRONACA | 08 giugno 2025, 15:59

Uniti per proteggerci: la protezione civile siamo tutti noi

Dopo una settimana di esercitazioni a Pollein, il sistema valdostano di Protezione Civile si conferma un modello di impegno collettivo. Il Presidente Testolin: «Conosciamo le fragilità del nostro territorio e sappiamo affrontarle. La Valle d’Aosta è un sistema che funziona, perché lavora unito». Un racconto di inclusione, dedizione e comunità. Perché la sicurezza non è un privilegio, ma un diritto che si costruisce insieme

Uniti per proteggerci: la protezione civile siamo tutti noi

C’era il sole sulla Grand Place di Pollein, ma soprattutto c’era una certezza: la Protezione Civile è molto più di un’organizzazione. È una comunità in cammino. Una settimana intensa di esercitazioni sul campo, chiamata “EXE2025 – Uniti per proteggerci!”, ha messo in moto decine di enti, professionisti e volontari con un unico obiettivo: essere pronti. Sempre.

«Ritengo che in queste giornate sia stato tracciato al meglio il profilo di un sistema Regione», ha dichiarato il Presidente della Regione, Renzo Testolin, «che, conoscendo le fragilità e le complessità del proprio territorio montano, riesce ogni giorno ad essere all’altezza delle richieste di tutti i cittadini».

E non è retorica. Sono i numeri, le presenze, i volti stanchi ma fieri a dimostrarlo. I Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino, il 118, il Corpo Forestale, la Croce Rossa, l’Esercito, la Guardia di Finanza, l’ARPA, l’Istituto Zooprofilattico, gli Psicologi per i Popoli, i volontari dell’Elenco territoriale e nazionale… fino ai cuochi della Federazione Italiana Cuochi e ai ragazzi dell’Alberghiero di Châtillon che hanno sfamato tutti, sorridendo.

«Grazie a tutti loro – ha sottolineato Testolin – questa esercitazione non è stata solo un test operativo, ma anche un grande esercizio di umanità. Lavorare fianco a fianco crea fiducia, rafforza i legami, consolida una rete che, nei momenti critici, può fare la differenza».

Ma c’è di più: inclusività. Perché quest’anno la prova più importante non è stata il soccorso tecnico, ma la capacità di non lasciare indietro nessuno.

«Abbiamo testato gli interventi per le persone con disabilità, coinvolgendo attivamente le associazioni del sistema sociale come CodiVdA, Ens, C’eral’acca. È stata una scelta chiara: proteggere tutti significa pensare a ciascuno», ha aggiunto il Presidente.

Ecco allora che il centro AVRES, il centro di Ollignan, la Cogne Acciai Speciali, diventano presidi di comunità, non solo di emergenza. Luoghi in cui si costruisce quella che Testolin ha definito “una Valle d’Aosta più sicura”, ma anche più solidale.

Il rischio naturale non si può eliminare, ma si può gestire. Il terremoto non si può prevedere, ma si può affrontare. Le frane non si fermano, ma si possono mitigare. E tutto parte da un gesto: esserci. Partecipare. Saper collaborare.

«Ogni cittadino è un tassello fondamentale del sistema di Protezione Civile. Non serve un’uniforme per essere parte della sicurezza collettiva. Serve consapevolezza, rispetto delle regole, capacità di aiutare».

E allora sì, la Protezione Civile è una divisa, ma anche un panino servito con gentilezza, un modulo compilato con attenzione, un sorriso dato sotto la pioggia.

«La nostra Regione ha dimostrato ancora una volta di saper rispondere, insieme, alle sfide del territorio. Non è solo una prova tecnica, è un atto d’amore verso la comunità», ha concluso Testolin.

In un tempo in cui ci si aspetta che “qualcuno” risolva, l’esercitazione EXE2025 ci ricorda che “qualcuno” siamo noi. Che la sicurezza non è un favore ricevuto, ma una responsabilità condivisa. E che la Protezione Civile è, prima di tutto, un’espressione della civiltà di un popolo.

Uniti per proteggerci non è solo uno slogan. È una promessa da mantenere. Ogni giorno.

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