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INTEGRAZIONE E SOLIDARIETÀ | 28 maggio 2025, 08:00

Quando la danza cura l’anima: a Bricherasio il Gran Ballo solidale per il Parkinson

Venerdì 30 maggio a Bricherasio, nel Salone Polivalente, si tiene una serata di festa e solidarietà per sostenere chi affronta il morbo di Parkinson. Tra note occitane e passi condivisi, un messaggio: il movimento è vita

Quando la danza cura l’anima: a Bricherasio il Gran Ballo solidale per il Parkinson

“Balla tu, che ballo anch’io”: un invito semplice, diretto, quasi infantile. Ma dietro quelle parole c’è tutto un mondo. Un mondo fatto di solidarietà, movimento e resistenza. È questo lo spirito che anima il Gran Ballo Solidale in programma venerdì 30 maggio alle ore 21, presso il Salone Polivalente di Bricherasio, in provincia di Torino.

Una serata danzante, certo. Ma anche un momento di comunità e sostegno concreto a chi ogni giorno convive con il morbo di Parkinson, una malattia neurologica che lentamente toglie il controllo del corpo, ma non spegne la voglia di vivere, di sorridere, di muoversi.

E allora si danza. Si danza al ritmo travolgente della musica occitana, che è tradizione e respiro delle valli, ma anche ponte tra generazioni. Si danza per stare insieme, per aiutare chi è più fragile, per trasformare un venerdì sera in qualcosa di speciale.

Il ricavato della serata sarà infatti devoluto a sostegno delle attività dedicate ai pazienti parkinsoniani, tra assistenza, progetti di fisioterapia e supporto psicologico. Una causa importante che trova nella leggerezza del ballo una forma di vicinanza autentica.

In un tempo in cui spesso ci si chiude nel proprio mondo, eventi come questo aprono spazi nuovi di empatia e cura reciproca. Perché come ricordava il filosofo Spinoza, “il corpo e la mente sono una cosa sola”, e il movimento che guarisce il corpo nutre anche lo spirito.

Bricherasio chiama a raccolta tutti: giovani e anziani, esperti ballerini e semplici curiosi. Nessuno resta indietro, nessuno si sente solo. E ogni passo, ogni giro di valzer occitano, ogni applauso, diventa una carezza invisibile per chi lotta ogni giorno contro la malattia.

Je.fe.

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