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CULTURA | 22 aprile 2025, 06:56

#RicordandoFrancesco – La scuola piange il Papa maestro d’umanità

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani commemora Papa Francesco con la proposta di una Giornata della Memoria Educativa: "Educare è un atto d’amore, è dare vita."

#RicordandoFrancesco – La scuola piange il Papa maestro d’umanità

Il silenzio del mondo è cambiato tono. Ha preso quello delle campane a lutto, dei sussurri che attraversano le aule vuote di una scuola, dei volti rigati di lacrime di chi ha visto in Papa Francesco più di un Papa: un educatore, un padre, un simbolo di speranza per le nuove generazioni.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, attraverso le parole toccanti del suo presidente, il Prof. Romano Pesavento, ha voluto esprimere il proprio dolore e quello di una comunità educante intera: "Con profonda commozione manifestiamo il nostro cordoglio e la nostra intensa partecipazione al dolore collettivo che sta attraversando il mondo intero…"

Papa Francesco – Jorge Mario Bergoglio – ha lasciato un segno incancellabile non solo nella storia della Chiesa, ma nella memoria viva della scuola, di chi insegna e di chi impara. È stato una luce per gli insegnanti che ogni giorno affrontano le difficoltà delle periferie educative, un ponte per i giovani che faticano a sentirsi parte di un mondo giusto.

E proprio ai giovani ha sempre rivolto il suo sguardo più tenero, il suo appello più urgente: “Educare è un atto d’amore, è dare vita.” Parole che oggi risuonano con una forza nuova, quasi a chiederci di non lasciare che il suo messaggio si disperda nel tempo.

Il Coordinamento CNDDU lancia un’idea che è già emozione concreta: istituire una Giornata della Memoria Educativa per Papa Francesco, da celebrarsi nella prima settimana successiva alla notizia della sua scomparsa. Una giornata fatta di letture, video, riflessioni condivise tra banchi e cattedre, affinché la figura del Papa rimanga guida anche oltre la vita.

Nelle scuole, molti docenti hanno utilizzato le sue encicliche – Fratelli Tutti e Laudato Si’ – come strumenti di educazione civica, come testi vivi in grado di raccontare la solidarietà, la giustizia, la cura per il creato. E ora, quei testi, sembrano diventare testamento.

Francesco ha indicato una strada: mettere la persona al centro, ascoltare chi non ha voce, accogliere lo sguardo dei bambini poveri, dei migranti, dei rifugiati. Il suo Patto Educativo Globale del 2019 fu un grido coraggioso in un mondo spesso distratto: un invito a “costruire ponti” e non muri.

Romano Pesavento e tutto il Coordinamento non vogliono lasciar cadere quel testimone. Chiedono ai dirigenti scolastici e agli insegnanti di far vivere la visione educativa di Papa Francesco nelle attività interdisciplinari, nelle discussioni in aula, nelle scelte didattiche quotidiane. Perché educare, oggi più che mai, è un atto civile. È prendersi cura dell’altro.

In questo tempo in cui perdiamo una guida spirituale, forse guadagniamo una missione: custodire la memoria del Papa come si custodisce una scintilla. Che non deve spegnersi.

Che le scuole diventino il luogo dove ogni ragazzo possa sentirsi “fratello di tutti”, accolto e difeso. Questo era il sogno di Francesco. Ora è il nostro compito.

pi.mi.

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