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CRONACA | 18 aprile 2025, 14:10

Sicurezza senza frontiere: tornano le pattuglie congiunte italo-francesi in Valle d’Aosta

Dopo quasi dieci anni, Polizia di Stato e Police aux Frontières tornano a pattugliare insieme il confine. Una collaborazione strategica per contrastare i flussi illeciti e rafforzare la presenza sul territorio

Sicurezza senza frontiere: tornano le pattuglie congiunte italo-francesi in Valle d’Aosta

Lunedì 14 aprile, alle prime luci del mattino, il confine tra Morgex e Sallanches si è risvegliato con un’immagine che non si vedeva da tempo: agenti della Polizia di Stato italiana e colleghi della Police aux Frontières francese fianco a fianco, impegnati in pattugliamenti congiunti lungo gli assi stradali che collegano la Valle d’Aosta all’Alta Savoia.

Un ritorno che ha il sapore della concretezza, in un momento in cui la sicurezza dei confini torna a essere centrale, anche simbolicamente, in occasione dei controlli intensificati per le festività pasquali. Le pattuglie dinamiche, sospese dal 2015 sul versante valdostano, riprendono grazie a una rinnovata intesa fra istituzioni e forze di polizia: un protocollo firmato lo scorso dicembre tra la Presidenza della Regione Valle d’Aosta e la Prefettura dell’Alta Savoia, frutto dell’Accordo di Cooperazione del 1997, oggi rilanciato con nuova forza.

A coordinare le attività sul versante italiano è la Vice Questore Aggiunto Nadia Roggia (nella foto), mentre per la parte francese è il Commandant Divisionnaire Fonctionnel David Tognelli, da Chamonix, a dirigere le operazioni. Ma oltre i nomi e i gradi, sul campo si muovono uomini e donne che parlano due lingue, ma condividono lo stesso obiettivo: vigilare su un confine che troppo spesso viene attraversato nell’ombra.

Le pattuglie hanno un compito preciso: prevenire e reprimere i fenomeni legati alla criminalità transfrontaliera, in particolare l’immigrazione irregolare e le reti che la alimentano. Un tema delicato, che trova riscontro concreto nei numeri: nei primi tre mesi del 2025, la Polizia di Frontiera di Aosta ha controllato oltre 10.000 persone e 3.454 veicoli, effettuando 4 arresti e gestendo più di 100 riammissioni ai sensi degli accordi bilaterali tra Italia e Francia.

Il ritorno delle pattuglie miste si inserisce in un mosaico più ampio. Attività analoghe sono operative al Traforo del Fréjus, a Ventimiglia e a Limone Piemonte. Anche in Valle d’Aosta, però, non sono mancati i risultati: basti pensare all’operazione Voyagers, culminata lo scorso gennaio con 7 misure cautelari e la denuncia di 28 soggetti coinvolti in un traffico organizzato di migranti attraverso autobus in partenza da Milano verso la Francia. Un’indagine iniziata proprio da intercettazioni avvenute ai trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, che ha svelato un sistema illegale tanto sofisticato quanto spregiudicato.

La ripresa dei pattugliamenti congiunti, dunque, non è solo una notizia di cronaca. È il segno tangibile di una cooperazione concreta e quotidiana tra due territori uniti da molto più che un confine geografico. È la risposta operativa a sfide complesse, dove la fiducia reciproca tra le istituzioni diventa il primo baluardo di legalità.

E stavolta, il confine non divide. Protegge.

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