Evolvendo ha affidato l'Ansa l'annuncio delle sue ambizioni per una “seconda autonomia” in Valle d'Aosta. La cosa merita un'attenta analisi critica perché quuesto progetto si inserisce in un panorama politico già segnato dalla presenza di un forte e storico movimento autonomista, il quale ha dimostrato di avere una base solida e un mandato chiaro da parte degli elettori. In questo contesto, la proposta di Evolvendo appare non solo superflua, ma potenzialmente divisiva e dannosa la Valle d'Aosta tutta. C'è da chiedersi come Evolvendo possa pensare a realizzare il suo progetto visto che tanti suoi simpatizzanti militano in altre forze politiche diverse. Ma questi sono problemi suoi.
Evolvendo afferma di non avere in programma alcun “pactum sceleris” segreto per la fine anticipata della legislatura, ma chi è realmente convinto di questa dichiarazione? Gli attori principali di questo movimento, molti dei quali hanno già fatto parte della prima autonomia, o come è stata definita da Bruno Milanesio - chef de parti - la repubblica delle fontine, hanno dimostrato in passato una capacità sorprendente di adattarsi a ogni cambiamento di vento politico.
Questa mancanza di coerenza solleva interrogativi sulla loro reale intenzione di promuovere un’autonomia che non sia solo una facciata. Infatti, se coloro che propongono una nuova visione sono gli stessi che hanno contribuito a far “addormentare” la prima autonomia, possiamo davvero credere che abbiano a cuore il bene della comunità valdostana? O coloro che hanno lavorato solo per destabilizzare le Giunte regionali sono affidabili o sono come il lupo che perde il pelo ma non il vizio?
Il tentativo di Evolvendo di “organizzare risorse intellettuali” per promuovere questa nuova autonomia sembra più un’operazione di marketing politico che un serio impegno per il cambiamento vista la vetustà di troppi simpatizzanti di Evolvendo. In un momento in cui la Valle d'Aosta ha bisogno di stabilità e coerenza, l’inserimento di forze che mirano a minare un consolidato gruppo autonomista rischia di alimentare confusione e conflitti interni. Anziché rafforzare l’autonomia, si rischia di assistere a una frammentazione ulteriore, dove le diverse anime dell’autonomismo si disperdono in rivalità che non giovano a nessuno.
Inoltre, il progetto di Evolvendo complica ulteriormente la situazione politica considerato che Stella Alpina e Pour l’Autonomie, pur avendo rappresentanti in Giunta, hanno scelto di sostenere un progetto di Evolvendo e Rassemblement Valdôtain, che si trova all’opposizione. Questo comportamento ambivalente mina la stabilità dell'attuale maggioranze e crea un terreno fertile per nuovi conflitti ai danni della Petite Patrie. La politica regionale non può permettersi di giocare su più fronti, soprattutto in un momento in cui è necessaria una leadership forte e coerente.
Il Partito Democratico ha fatto bene a chiedere una verifica di maggioranza. Questa richiesta non è solo una mossa tattica, ma una necessità per garantire che le istituzioni rispondano ai reali bisogni dei cittadini valdostani. In un periodo in cui l’autonomia deve fungere da strumento di crescita e di opportunità, è fondamentale che chi opera nel campo della politica si impegni con responsabilità e coerenza.
Il progetto di Evolvendo, che è bene precisare non ha iscritti ed è una sorta di associazione liquida impalpabile, piuttosto che rappresentare una rinascita dell’autonomia, rischia di trasformarsi in un ulteriore capitolo di una storia segnata da divisioni e opportunismi.
La Valle d'Aosta merita una politica che unisca, che costruisca e che, soprattutto, si prenda a cuore il benessere di tutti i suoi cittadini, evitando di cadere preda di dinamiche interne distruttive.
La vera sfida è quella di lavorare insieme per un’Autonomia che non sia solo un’etichetta o uno strumento per conquistare poltrone di governo o di sottogoverno, ma un reale strumento di libertà e crescita per ogni valdostano.