Il ruolo della cultura come elemento fondamentale per i territori italiani è emerso con rinnovata forza negli ultimi anni, nonostante le sfide e i cambiamenti imposti dalla pandemia.
Lo studio ha analizzato l'evoluzione dei consumi culturali nel corso degli ultimi cinque anni, rivelando come la cultura sia diventata ancora più cruciale per il tessuto sociale e comunitario. L'emergere della pandemia ha avuto un impatto significativo, costringendo il sistema culturale a una trasformazione profonda.
L'avvento della digitalizzazione ha giocato un ruolo determinante, facendo della cultura un fattore chiave non solo per lo sviluppo sociale ma anche per la crescita economica.
Carlo Fontana, Presidente di Impresa Cultura Italia, ha commentato che, sebbene il sistema culturale italiano abbia attraversato una crisi imprevedibile, oggi si osserva un nuovo posizionamento dei consumatori e un cambiamento nell'offerta culturale. "Il Covid ha modificato il nostro rapporto con la cultura non tanto per le scelte di consumo, ma per l'impatto che l'esperienza culturale ha avuto su ciascuno di noi. Se nel dicembre 2021 il 55% degli italiani sentiva che il proprio rapporto con la cultura fosse cambiato poco rispetto al periodo pre-pandemico, sei mesi dopo la percezione di questo cambiamento è salita al 66%" ha dichiarato Fontana.
Chiara Fabbri, Presidente di Impresa Cultura Valle d'Aosta, ha osservato che la crisi ha influenzato anche il sistema culturale locale, ma i segnali di ripresa sono evidenti. "La nostra offerta culturale ha visto un'impennata significativa rispetto al 2019, con spettacoli all'aperto, concerti e manifestazioni che hanno riscosso un grande successo. Eventi come 'Aosta Classica', 'Musicastelle' e 'Chateau en musique' continuano a crescere in impatto e partecipazione," ha detto Fabbri. Ha inoltre auspicato un consolidamento della collaborazione tra Impresa Cultura VdA e le amministrazioni regionali e comunali, con l'obiettivo di far crescere culturalmente la regione.