Durante un controllo di sicurezza, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino hanno scoperto 35 monete e altri oggetti metallici con tracce di terra e ossidazione in una vetrina di un museo di storia locale in piemonte. Il personale del museo ha affermato di aver trovato gli oggetti nei terreni circostanti e di averli poi esposti.
I Carabinieri, verificando l'omessa comunicazione alle Autorità e alla Soprintendenza, hanno sequestrato i beni e denunciato il responsabile del museo per violazione delle norme sulle ricerche archeologiche.
La legge prevede che i reperti archeologici trovati nel sottosuolo o sui fondali marini appartengano allo Stato. Senza un titolo di possesso regolare o fuori dai casi di ritrovamento fortuito, questi reperti devono essere restituiti al patrimonio pubblico. Il Decreto Legislativo 47/2004 vieta le ricerche archeologiche nei terreni senza autorizzazione ministeriale.
L'articolo 518-bis del Codice Penale prevede pene da tre a sei anni di reclusione e multe da 927 a 1.500 euro per chi sottrae beni culturali per profitto. Se il reato è aggravato, le pene aumentano da quattro a dieci anni e le multe da 927 a 2.000 euro.
Chiunque scopra scavi clandestini o detenzione illecita di materiali archeologici deve informare i Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale o le Forze dell'Ordine per impedire la continuazione del reato.
Uso del Metal Detector
L'uso del metal detector è regolamentato:
- È consentito comprare e possedere un metal detector, ma non può essere usato per ricerche su terreni pubblici o privati senza autorizzazione.
- L'uso del metal detector per ricerche archeologiche è vietato in tutto il territorio nazionale.
- In caso di scoperta fortuita di beni archeologici, bisogna segnalarla entro 24 ore alla Soprintendenza o alle autorità locali e conservare temporaneamente i reperti nel luogo del ritrovamento.
Queste norme sono fondamentali per proteggere il patrimonio culturale e archeologico del nostro paese.