Quando parliamo della disabilità occorre ricordare che la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) del 13 dicembre 2006 (ratificata dall’Italia nel 2009) precisa quanto segue: “Le persone con disabilità includono sia quelli che hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine. Che quelli che hanno interazioni con varie barriere che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione nella società.”
Tuttavia la definizione diagnostico – medica della questione non ne esaurisce completamente i risvolti; infatti la disabilità adesso viene inquadrata in una prospettiva più ampia in cui a determinarne l’entità e la qualità della vita concorrono le possibilità e gli strumenti di supporto correlati al territorio di riferimento.
Per farla breve, un soggetto con difficoltà, in un contesto misero e deprivato economicamente / socialmente, andrà più facilmente in contro a restrizioni e limitazioni inaccettabili per una società civile; in pratica un disabile nato nel posto sbagliato deve faticare il doppio per condurre una vita decorosa. Pertanto, secondo i parametri introdotti dalla classificazione ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) dell’OMS, approvata nel 2001, oggi si può affermare che se un ambiente è poco accessibile o inclusivo la disabilità aumenta.
Secondo l’Istat, le persone con disabilità in Italia costituiscono una fetta importante della popolazione italiana, pari a 3,1 milioni, corrispondenti al 5,2%. Il valore appartenente alla fascia generazionale più giovane (o-44 anni) si attesta intorno ai 430.000 casi.
La disabilità non dovrebbe rappresentare né uno stigma sociale, né una condanna; costituisce meramente uno stato fisico che sicuramente non sminuisce o svilisce l’individuo. Fortunatamente le persone caratterizzate da fragilità oggi hanno sempre più la possibilità di inserirsi in una prospettiva lavorativa o perseguire una propria autonomia, anche economica. Eppure il cammino è lungo; a scuola si dovrebbe intervenire precocemente per individuare eventuali disturbi psicofisici; attivare strategie didattiche innovative inclusive; utilizzare risorse economiche in funzione di facilitatori didattici.
Sempre secondo i dati Istat, nell’anno scolastico 2021-2022 sono stati registrati 316mila studenti frequentanti con disabilità; il 5% in più rispetto al precedente anno scolastico. Naturalmente cresce anche il numero degli insegnanti di sostegno specializzati.
La scuola deve diventare sempre più un luogo inclusivo, accogliente e ben strutturato; non necessariamente occorrono risorse economiche illimitate, ma sarebbe doveroso conoscere le buone prassi dell’insegnamento e disporre con avvedutezza dei propri mezzi.
Un esempio di sperimentazione didattica volta all’inclusione è stato segnalato dalla prof.ssa Stefania Pizzuto del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone. L’istituto, diretto dalla ds, prof.ssa Maria Rosaria Iaccarino, già impegnato su più fronti in funzione dell’innovazione e del benessere degli studenti, ha proposto una serie di attività laboratoriali (fisica, chimica e scienze motorie), connesse alle giornate di Open day, indirizzate specificamente ai giovani con fragilità: Un giorno speciale al “Filolao”. In tale occasione i giovanissimi ospiti sono stati accolti da studenti dell’istituto e da docenti che li potessero accompagnare in percorsi strutturati sulle loro caratteristiche.
Invitiamo tutti i referenti BES e DSA a comunicare casi analoghi in modo da condividere esperienze positive e prospettare insieme possibilità nuove e costruttive per tutte le comunità educative, aderendo al progetto in rete “#CamminiamoInsieme2023” (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com).
“Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con una disabilità che non si vede”. (Ezio Bosso) #CamminiamoInsieme2023