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Consiglio Valle | 30 novembre 2023, 08:00

LA RIFORMA DELLE PENSIONI: IL GOVERNO PRENDE TEMPO

Silenzio assoluto per garantire una pensione futura ai giovani, per i quali è probabile - in caso di occupazione- un'andata in pensione che potrebbe oltrepassare i 70 anni di età

LA RIFORMA DELLE PENSIONI: IL GOVERNO PRENDE TEMPO

L'incontro Governo/Sindacati sul preannunciato taglio delle pensioni a diverse categorie del pubblico impiego si è concluso senza giungere ad una cancellazione dell'ormai fatidico articolo 33 della legge di bilancio per il 2024. Alcune promesse sono state fatte, ma si tratta di promesse parziali che, a detta dei Sindacati, non risolvono affatto il problema.

Il Governo sembra orientato a concedere qualcosa per chi dal 2024 andrà in pensione di "vecchiaia" (cioè con l'anzianità contributiva e con i limiti di età previsti dalle norme attuali). Per questi, quindi, resterebbe la quota di pensione calcolata con il migliore sistema retributivo anche per i periodi di attività antecedenti il 1996.

Resterebbe invece il taglio delle pensioni per coloro che utilizzano la pensione "anticipata", cioè la pensione di anzianità prima dei 67 anni previsti per la pensione di vecchiaia. Ma i medici non ci stanno, lamentando il fatto che se permane l'articolo 33 della legge di bilancio 2024 molti di loro si vedrebbero decurtata la pensione dal 5% al 25% rispetto alle norme attuali (e si parla di diverse migliaia di euro all'anno).

Ma anche gli infermieri sono sul piede di guerra perché, fatti i conti con le eventuali nuove norme, si vedrebbero ridotta la loro pensione di almeno 300 euro al mese. Se non ci saranno ravvedimenti e modifiche radicali nella paventata nuova normativa, medici e infermieri scenderanno in sciopero il 5 dicembre prossimo o, se possono, andranno in pensione entro il 31 dicembre 2023, prima cioè che scatti il temuto taglione.

Nessuna novità sostanziale, invece, per ciò che riguarda i dipendenti di Comuni e Regioni, i dipendenti di alcune categorie della scuola e degli ufficiali giudiziari (salvo la opzione per la pensione di "vecchiaia").

Silenzio assoluto, infine, per garantire una pensione futura ai giovani, per i quali è probabile - in caso di occupazione- un'andata in pensione che potrebbe oltrepassare i 70 anni di età.

Insomma, se una volta la pensione era una certezza, ora è solo un rischio.

Romano Dell'Aquila

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