In Italia il 78,3% di bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni, soprattutto attraverso lo smartphone. Inoltre il 43% dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud e nelle isole usa il telefono tutti i giorni. Sono alcuni dei dati pubblicati da Save The Children nella XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Tempi digitali”.
Nonostante questo utilizzo così diffuso – spiega l’Organizzazione – nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni l’Italia si posiziona quart’ultima: la quota di giovanissimi con scarse o nessuna competenza è del 42%, contro una media europea del 31%. Inoltre, mentre nelle scuole la transizione digitale sta accelerando, i divari sono ancora ampi come, ad esempio, le forti disuguaglianze per la dotazione di strumenti di didattica innovativa e per la formazione di docenti con lo scopo di ridurre la povertà educativa digitale.
Secondo l’analisi di Save The Children, pubblicata sull’Atlante, la giornata dei giovani ruota, in gran parte, attorno all’universo digitale: a inizio 2023 quasi la metà dei 3.400 adolescenti, 11-19enni intervistati in occasione del Safer Internet Day, ha dichiarato di passare oltre 5 ore al giorno online, quando nel 2020 era il 30%, e il 37% dei giovani controlla lo smartphone più di 10 volte al giorno.
Ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, utilizzata dal 93% dei 14-17enni. Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social media (79%), con Facebook in drastico declino, mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat e l’uso dei videogiochi (72,4%).
In particolare, se le ragazze frequentano con più costanza e intensità i social media (84% contro il 74% dei ragazzi), il gaming impegna di più i ragazzi (81% contro il 64% delle ragazze) anche se le videogiocatrici sono in crescita.
Ma i giovani utilizzano la connessione anche per informarsi: il 28,5% degli 11-17enni legge riviste e giornali online, percentuale che sale al 37% nella fascia 14-17 anni, e sfrutta i social media come canali di informazione, anche se non sempre dichiara di sapersi difendersi dalle insidie delle fake news. Ed è proprio la disinformazione o la cattiva informazione il timore principale per il 49% di adolescenti e pre-adolescenti in Italia, che hanno partecipato a un sondaggio di Microsoft sulla percezione della sicurezza online.
I social media sono anche utilizzati per fare attivismo: il 14% degli 11-13enni e il 29% dei 14-17enni sono soliti esprimere opinioni su temi sociali o politici su web, con una differenza di genere nella fascia dei più grandi: il 27,5% dei ragazzi e il 30,6% delle ragazze.
“Per molti adolescenti stare in rete, scambiarsi contenuti e messaggi, può essere un elemento di apertura al mondo – spiega Save The Children – mentre per altri può rappresentare una sfida che crea ansia “.
Dai dati di Tempi Digitali, emerge, infatti, che in Italia le ragazze e i ragazzi di 11, 13 e 15 anni che mostrano un uso problematico dei social media sono il 13,5%, con particolare riguardo alle ragazze di 13 anni. Per quanto riguarda, invece, i videogiochi, l’uso problematico riguarda il 24% dei giovani di 11, 13 e 15 anni: qui, però, sono i ragazzi i più esposti e l’età, in questo caso, si abbassa a 11 anni.
La prevenzione, quindi, è un primo importante passo – spiega Save The Children -. In Italia ci sono 87 centri territoriali che offrono assistenza ai minorenni attraverso équipe multidisciplinari formate da psicologi, assistenti sociali, educatori.
“La rete internet non è stata pensata per l’infanzia – afferma Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children. – Le sue regole, i suoi algoritmi, i suoi business non sono disegnati per accogliere i tanti bambini e adolescenti che oggi la popolano. È sotto gli occhi di tutti l’urgenza di ridisegnare gli ambienti digitali per farli diventare spazi sicuri. […] Tutta la comunità educante deve attivarsi per far sì che l’ambiente digitale possa davvero diventare per i ragazzi e le ragazze un prezioso spazio di protagonismo”.
Infine, secondo quanto emerso dall’Atlante, tra gli 11 e i 13 anni sono in aumento gli atti di cyberbullismo. Ma spesso – emerge dall’indagine – “la scuola si trova impreparata a intercettare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo ed è scarsa anche la conoscenza sugli strumenti di prevenzione di cui le scuole già dispongono”.