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ECONOMIA | 09 ottobre 2023, 22:18

Vendite al dettaglio in calo ad agosto

Ad agosto 2023 si registra una diminuzione congiunturale delle vendite al dettaglio sia in valore sia in volume per entrambi i settori merceologici

Vendite al dettaglio in calo ad agosto

Nel mese di agosto 2023 calano, secondo le stime Istat, le vendite al dettaglio. Si registra, in particolare, un calo congiunturale in valore (-0,4%) e in volume (-0,5%). Sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (-0,2% in valore e -0,7% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (rispettivamente -0,3% e -0,4%).

Mentre su base tendenziale, ad agosto 2023, le vendite al dettaglio aumentano del 2,4% in valore e registrano un calo in volume del 4,1%. Le vendite dei beni alimentari crescono del 5,6% in valore e diminuiscono del 4,1% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari registrano una variazione negativa sia in valore (-0,3%) sia in volume (-4,2%).

Ad agosto 2023 si registra una diminuzione congiunturale delle vendite al dettaglio sia in valore sia in volume per entrambi i settori merceologici. A livello tendenziale, si continua a registrare un aumento delle vendite in valore, determinato esclusivamente dal comparto alimentare, che si contrappone ad una diminuzione di quelle in volume, commenta l’Istat.

Quanto ai canali di vendita, “ad agosto – spiega l’Istat – il valore delle vendite è in crescita in tutte le forme distributive ad eccezione delle imprese operanti su piccole superfici. È ancora la grande distribuzione non specializzata a prevalenza alimentare, soprattutto i discount, a registrare l’aumento più significativo, mentre le vendite degli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare sono in diminuzione. Per le vendite su base annua gli italiani continuano a spendere di più per colpa dell’inflazione portando a casa di meno! Le vendite in volume proseguono nella loro discesa, con quelle alimentari che segnano un divario su base annua pari a 9,7 punti percentuali tra quelle in valore (+5,6%) e quelle in volume (-4,1%).

Sono soprattutto i risvolti negativi che il caro prezzi ha sulla salute delle persone a preoccupare, oltre che sui bilanci già falcidiati dal caro mutui, dagli alti costi dell’energia, del gas e del carburante. Un fenomeno che genera una spirale negativa e che colpisce in modo significativo le persone più vulnerabili, aumentando le disuguaglianze sociali ed economiche nel nostro Paese” Le famiglie sono alle porte di un inverno difficile da affrontare e il “trimestre salva spesa” non è sufficiente a proteggere i consumatori e far recuperare loro il potere d’acquisto.

Occorre costruire, insieme alle Associazioni dei Consumatori, un paniere realistico dei beni di prima necessità, attivare controlli sui territori, intervenire sui prezzi di listino. È fondamentale, poi, ridurre i costi dell’energia prevedendo, già nella prossima finanziaria, l’eliminazione di accise e oneri impropri che porteranno ad ulteriori rincari. Occorre intervenire subito per aiutare la maggioranza delle famiglie, non solo le fasce più povere, aumentando salari e pensioni.

Bruno Albertinelli

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