La Valsesia ha come prerogativa quella di condurre ai piedi del Monte Rosa: il secondo massiccio più alto d’Europa (Elbrus a parte). Ma limitarne la visita per questa sola specificità sarebbe riduttivo. Fin dal suo territorio di bassa quota la Valsesia riserva località, luoghi, montagne e vallate che invitano alla loro esplorazione. Discreta e severa. Affascinante ed invitante, la Valsesia lascerà nel cuore del visitatore un incanto indimenticabile. Il Monte Barone non sfugge a questa qualità ed ha il pregio di essere alla testata di una delle valli laterali meno urbanizzate come la Valsessera.
L’itinerario
Dall'A26 uscire a Romagnano Sesia. Da qui verso Serravalle, Crevacuore e Coggiola fino a Piane di Rivò. Parcheggiata l’auto si prende la sterrata a sinistra seguendola fino ad un piccolo slargo a monte di alcuni edifici dove si avvia un sentiero (cartelli indicatori). Seguendo le indicazioni G1 e G8 si attraversa un boschetto di betulle fino ad uno slargo con una piccola costruzione dove il sentiero piega a sinistra ed entra nella valle del rio Cavallero che si attraverserà su una passerella. Seguendo le indicazioni per il Barone, oltrepassare il bivio per la palestra di roccia arrivando al rifugio Ciota (con locale sempre aperto).
Il sentiero svolta di 180° in corrispondenza del rifugio (seguire ora il segnavia G8) e sale nel bosco con una serie di risvolti fino alla dorsale dalla quale compare il Monte Barone con il rifugio e tutta la via da seguire per raggiungerlo. Si percorre la dorsale su buon sentiero che più avanti piega a sinistra puntando verso il rifugio e passando per un tratto attrezzato con catene (le Scarpie). Superato agevolmente questo tratto si raggiunge il rifugio Barone.
Da qui si prende a destra il sentiero che punta verso la bocchetta di Ponasca raggiungendo la cresta a monte della bocchetta stessa. Si piega a sinistra incontrando un altro sentiero (segnavia su masso) e si prosegue lungo la dorsale erbosa salendo per cresta fino alle pendici della vetta, ove si piega a destra in corrispondenza di una madonnina posta in una nicchia con una campanella preludio della cima che si raggiunge poco sopra. In vetta una rosa dei venti aiuta ad ispezionare il panorama circolare con il Monte Rosa a portata di mano. La discesa avviene lungo l’itinerario di salita.
La nota storica
L’imponenza del Monte Barone si eleva in un territorio incredibile. Incredibile perché, inaspettatamente, è un territorio industriale. Parliamo di Ermenegildo Zegna e di tutto quanto può voler dire fabbrica e lavoro sviluppati in un’ottica che oggi chiameremmo olistica. Di fronte al Barone infatti è Trivero dove, a quella quota e lontani da autostrade e comode vie commerciali il fondatore del noto brand della moda ha voluto realizzare il proprio sogno. Innamorato della bellezza della natura e profondamente legato alla sua terra, l’imprenditore diede vita negli anni ’30 a un’imponente opera di valorizzazione ambientale attorno a Trivero tutt’oggi sede del Lanificio Ermenegildo Zegna.
Grazie a lui nel 1932 Trivero ha già una sala convegni, una biblioteca, una palestra, un cinema/teatro e una piscina pubblica. Nel giro di pochi anni l’imprenditore fa edificare un centro medico e una scuola materna. Nel frattempo si dedica all’ambiente e al paesaggio piantando migliaia di alberi A Zegna era chiaro che la qualità che cercava per i propri prodotti non potesse prescindere da una relazione positiva con il territorio e la comunità locale. Per lui, la bellezza della natura e il benessere delle persone (e non solo dei propri dipendenti) erano indispensabili per un’azienda che aspirasse al successo a lungo termine.
Il sogno di Ermenegildo Zegna non si fermava quindi al tessuto ma desiderava rendere la propria città natale e il mondo che vi ruotava attorno un luogo migliore. Era un ecologista ben prima che il termine fosse coniato. Il lascito naturale più emblematico di questo ecologista ante litteram è l’Oasi Zegna un parco naturale di circa 100 Km quadrati che nasce nel 1993 come naturale sviluppo del “pensiero verde” di Ermenegildo Zegna.
Per un pranzo al sacco Veg
Un suggerimento per un gustoso pranzo al sacco vegano a impatto zero: insalata di riso con fagiolini, olive taggiasche e pomodorini
La scheda
Località di partenza: Coggiola - Piane di Rivò (mt.950) –VC-
Località di arrivo: Coggiola - Piane di Rivò (mt.950) –VC-
Cime sul percorso: Monte Barone (mt. 2.044)
Dislivello: mt. 1.090 circa
Tempo di percorrenza: ore 6 (soste escluse)
Difficoltà: E (un tratto con corde fisse chiede un po’ di attenzione)
Periodo: Estate- Autunno