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Piemonte NordOvest | 11 gennaio 2023, 21:04

In ricordo dello scrittore e primario emerito Pierantonio Milone

a cura di Lodovico Marchisio

Il prof. Milone

Il prof. Milone

Il prof. Pierantonio Milone, scrittore e primario emerito di medicina, affermato cardiologo, è mancato a 90 anni di età ed è stato per me come il fratello che non ho mai avuto. Medico, scrittore, alpinista, pittore, fotografo e anche poeta, se oggi sono ancora in vita lo devo a lui che mi ha curato ogni volta che ne ho avuto bisogno, assistendo quando era primario all'Ospedale Molinette anche mia madre fino alla sua dipartita.

Insieme, oltre all'assistenza medica, ho salito con lui montagne come la Piramide Vincent (4215 m) insieme al figlio, percorso totalmente il Gran Canyon del Verdon, discesa in sci la Vallée Blanche nel gruppo del Monte Bianco e tante altre piccole imprese oltre che seguirci a vicenda nella nostra vita letteraria. Ancora oggi, tutti e due sofferenti per patologie diverse, non ci siamo mai fatti mancare il sostegno reciproco e lui pure in pensione da anni come medico primario, leggeva i miei referti medici per confortarmi e sostenermi.

Grazie alla sua incrollabile fede più volte descritta nei suoi libri, desidero immaginarlo in quel Paradiso che tutti sogniamo cercando di metabolizzare il mio inarrestabile dolore per poter esprimere alla sua adorata moglie e ai suoi tre figli le mie più sentite condoglianze. Per descrivere meglio la sua poliedrica personalità mi rifaccio a uno dei suoi molteplici libri pubblicati e precisamente a “Sussurri e grida” (Se il cuore potesse pensare), perché vi è un’analogia davvero sorprendente.

Il 31 agosto 1996, infatti, mia figlia Stella, che si è trasferita da alcuni anni in Canada con la sua famiglia, per continuare a coltivare l’arrampicata e allora campionessa italiana di questa disciplina, apriva da capocordata la “prima femminile” per l’appunto sulla via “Sussurri e Grida” (titolo del libro del prof. Milone) che supera un’imponente parete alta circa 200 metri nel vallone del Bourcet, sopra Rorà in Val Chisone.

Due persone a me tanto care che da lontano e a distanza di anni si ritrovano in una “creatura comune” forgiata da due talenti diversi: l’abilità di scalatrice da una parte, e la valentia della scrittura dall’altra. Pierantonio Milone, è stato un uomo di grande fede e cultura, che ha vinto con la poesia in genere e i suoi numerosi libri pubblicati, molteplici premi nazionali e internazionali. Essendo anche un grande appassionato di montagna, dal 1997 è diventato socio accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) e come sensibile pittore, i suoi dipinti sono stati pubblicati sugli annuari del GISM e sulla rivista Vernice che accoglie, nel 2004, un gruppo di opere ispirate al tema della natura unitamente ad una silloge di liriche.

Nel libro citato l’autore, che stiamo ricordando con dolorosa tristezza perché non è più fra noi, sembra parlarci ancora perché si era sempre posto come un attento ascoltatore delle umane debolezze, a interrogativi senza risposte, perché è innato nell’animo umano di porsi delle domande e di chiedersi donde veniamo, chi siamo e dove andremo, per l’impotenza della nostra caducità specialmente nella sofferenza e davanti alla morte.

Già nel secondo capitolo: “Lo stupore del cuore intelligente” aleggia però la speranza nella preghiera di Salomone: “Dammi, Signore, l’intelligenza del cuore”. Nei capitoli che seguono è “un crescendo”, come la più struggente delle sinfonie, di speranza fino all’epilogo, quando l’autore riporta le parole di David Maria Turoldo che è stato un presbitero, teologo, filosofo, scrittore e poeta, membro dell'Ordine dei servi di Maria che così recita: “La morte è un’aurora, perché è come varcare la soglia ed uscire al sole”.

 

ascova

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