Grande sorpresa ha destato dunque in noi l’apprendere che per ragioni non del tutto lineari eravamo improvvisamente entrati nelle attenzioni di alcuni esponenti della politica valdostana, ed addirittura di due assessori in carica.
Come difendersi da una simile forza d’urto? Sostenendo il nostro pensiero col massimo garbo ed appellandoci a fatti non oppugnabili, contestualizzati anche nella loro posizione temporale.
Domenica 27 novembre: un messaggio dell’Assessore all'Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate chiama in causa il CAI come “entrato in pieno nell’area ambientalista estremista”. Il messaggio sibillino si chiude col vaticinio che “perderanno iscritti e credibilità con una visione del futuro della montagna ideologica e irrealistica. Peccato”.
Non si comprenderebbero affatto le ragioni di tale iniziativa se la cosa non fosse rilanciata nella pagina ufficiale per le notizie sul sito della Regione Autonoma Valle d’Aosta: “Tweet dell’Assessore VdA dopo presa posizione sulle Cime Bianche”.
Martedì 29 novembre: una nostra delegazione viene ricevuta nell’aula del Consiglio Regionale per illustrare appunto di fronte ai componenti della III e IV Commissione, e per i Consiglieri che avessero voluto presenziare, il nostro pensiero e le nostre proposte in merito al Vallone oggetto di attenzione. Si è trattato di un incontro formalmente ineccepibile (nella nostra scarsa frequentazione istituzionale, sedersi addirittura sugli scranni della Giunta Regionale incuteva una certa soggezione) dai toni pacati e con parole misurate da parte di tutti.
Giovedì 1 dicembre: durante la discussione in merito alla manovra finanziaria regionale, l’Assessore all'Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate trova il modo di chiamare ancora in causa il CAI: “…per esempio sotto il profilo energetico questa è diventata, un’emergenze vera, ma anche sotto il profilo, del cambiamento climatico e degli impatto sul territorio. Perché la cosa che è importante… io, nei giorni scorsi ho avuto… un sussulto nei confronti… di un’istituzione, che abbiamo difeso in parlamento per anni… anche dando dei finanziamenti cospicui, e mi riferisco al Club Alpino Italiano…”. Lasciamo a quanti volessero approfondire l’onere di seguire la registrazione integrale delle sedute del Consiglio.
Giovedì 1 dicembre: il Presidente Generale CAI Antonio Montani replica all’Assessore in forma scritta e privata in merito al suddetto messaggio pubblicato su Twitter.
Martedì 6 dicembre: il Presidente Generale del Club Alpino Italiano ed il Presidente del CAI Valle d’Aosta hanno l’onore di prendere parte come invitati all’Assemblea dell’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna presso la Sala Viglino del Palazzo regionale. Nella cerimonia di consegna dei riconoscimenti per la professionalità delle guide e per l’impegno dei componenti il loro Collegio Regionale, i rappresentanti del CAI appunto, un’associazione che conta più di 1600 iscritti in Valle d’Aosta e oltre 320.000 complessivamente, hanno dovuto incassare ancora una reprimenda dal Vicepresidente della Regione nonché Assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro: “Al presidente del Cai Antonio Montani chiedo di avere più rispetto per le istituzioni della montagna. Siamo in una fase di discussione. Ci è dispiaciuto ricevere per posta dal presidente una nota corretta, legittima, da parte sua. Avremmo gradito avere un incontro di persona con lei. Le chiediamo questa attenzione, parliamone. Il Consiglio regionale sta audendo tutti. Valutiamo insieme qual è il nostro futuro, però lasciateci ragionare insieme al nostro popolo, senza pensare che non siamo in grado di pensare a cosa è buono per noi e per il nostro futuro”.
Non abbiamo abbiamo ovviamente replicato, perché quello non era il luogo, la circostanza ed il momento e per farlo.
Mercoledì 7 dicembre: intervistato dal TGR Edizione della Valle d’Aosta, il Vicepresidente della Regione, nonché Assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro, torna sul suo intervento: “Quindi, oggi pensare a un progetto come quello ci permette di provare a ragionare su una strategia; magari non si farà, magari si farà, però, schierarsi apertamente, in maniera così pesante contro le Istituzioni valdostane che sono il Consiglio regionale e la Giunta regionale, perché oggi le società stanno studiando un progetto sotto un indirizzo del Consiglio regionale che è la massima espressione democratica del popolo valdostano”.
In un passaggio dello stesso servizio, il presidente CAI Montani motiva il perché della nota privata all’Assessore all’Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate: “Io ho voluto rispondere non sui social, perché non è mia abitudine farlo, ma direttamente a lui”.
Questi sono gli ultimi episodi debitamente documentati. Però, per opportuna conoscenza e informazione meglio strutturata, non possiamo evitare di aggiungere qualche elemento forse sfuggito ai più.
Come CAI Valle d’Aosta abbiamo cominciato ad affrontare la questione del Vallone detto delle Cime Bianche da parecchio tempo addietro, soprattutto per mezzo del nostro periodico Montagnes Valdôtaines, diffuso in oltre 2000 copie. In quasi ogni uscita (sono al momento 144 numeri, dal 1974 ad oggi) si può comunque leggere un contributo inerente la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, della Montagna.
Ad agosto 2015 la sezione di Verrès argomenta in una nota pubblica la sua posizione contraria al primo progetto di collegamento allora denominato “Alp Links”.
Nel giugno 2019 si svolge a Champoluc un convegno della Commissione Nazionale Tutela Ambiente Montano del CAI, con la presenza di circa 200 operatori provenienti da tutta Italia.
Con l’ordine del giorno sottoscritto nel febbraio 2020, e debitamente notificato, anche il Direttivo Regionale si esprime a favore della tutela del Vallone.
Nel dicembre 2020 la Sede Centrale del CAI si unisce al Comitato Ripartire dalle Cime Bianche e ad altre Associazioni attente all’ambiente - CIPRA Italia, Federazione nazionale Pro Natura, Legambiente Valle d’Aosta, Mountain Wilderness Italia, WWF Italia - per consegnare una lettera dettagliata nella quale si sottolinea come da un punto di vista precipuamente legale nelle zone di protezione speciale Rete Natura 2000 come è il Vallone delle Cime Bianche sono vietati nuovi impianti e piste da sci.
Primavera 2021: assieme ad una cortese lettera di presentazione consegniamo ai 35 consiglieri regionali copia delle rivista CAI Montagne 360, che nel numero di febbraio dedica ampio spazio al tema della neve, dei cambiamenti climatici e dell’industria dello sci.
Nell’estate 2021 il CAI Valle d’Aosta decide - a grande maggioranza - di supportare la petizione proposta dall’Associazione ripartire dalle Cime Bianche, con l’inizio della raccolta firme poi presentata nella conferenza stampa del 17 novembre 2021 con l’intervento del Presidente Generale Vincenzo Torti.
Per tutto il 2022 soci CAI, e molti altri valdostani, si dedicano a titolo personale e del tutto gratuitamente a dar corso all’iniziativa; cercando di convincere con la forza delle proprie idee, sostenute da riflessioni argomentate e proponendo alternative basate su solide premesse.
La petizione si chiude con la conferenza stampa svolta lo scorso 29 settembre con l’intervento del Presidente Generale CAI Antonio Montani, mentre la consegna delle firme alla Presidenza del Consiglio Regionale avviene il 28 ottobre 2022.
Come si può evincere dal rapido sunto, un percorso tutt’altro che improvviso e clandestino. Spiace pertanto constatare che per ottenere riscontro, attenzione, e forse disponibilità al dialogo, sia stato necessario raccogliere oltre 2300 firme di valdostane e valdostani che hanno probabilmente anche una minima capacità di pensiero autonomo, e che nella nostra visione democratica magari un po’ utopistica siano componenti a pieno titolo del nostro popolo.
2.300 firme che rappresentano anche tante altre persone le quali, pur concordando con gli obiettivi della petizione, non se la sono sentita di esporsi pubblicamente per timore di ritorsioni per sé, parenti o amici…
Ancora alcune considerazioni.
Non ci era mai capitato di presenziare ad un evento e di essere chiamati in causa da altri invitati, su un argomento che non era minimamente contemplato dalle incolpevoli guide alpine delle Valle d’Aosta.
Comprendiamo la necessità dei titoli di sintesi da parte dei media, ma possiamo assicurare che il Club Alpino Italiano non cerca scontri con le Istituzioni, e non è in corso nessun attacco né da parte del CAI Nazionale come di quello Regionale al Consiglio della Valle d’Aosta.
Si potrebbe poi finalmente abbandonare il rito oramai stantìo di bollare idee diverse, soprattutto in campo ambientale, come “quelli che dicono sempre di no”, ed evitare il ricorso a sotterfugi di delegittimazione in tan senso.
E poi la domanda che rimarrà temiamo senza risposta: se il nuovo collegamento rappresenterà l’avvento di una nuova era di prosperità per la Valle d’Aosta intera, sarà forse l’azione di un manipolo di sognatori scollegati dalla realtà ad arrestarne le nuove e progressive sorti?