Nella ricerca di Banca d’Italia, dettagliata e precisa, come sono le ricerche di Palazzo Koch, affronta il tema “Gli effetti del cambiamento climatico sull'economia italiana” https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2022-0728/QEF_728_22.pdf. Questa volta a porre l’attenzione sul clima non sono scienziati e attivisti. Questa volta il monito arriva dalla Banca d’Italia.
Il progetto di ricerca, a cura di Matteo Alpino, Luca Citino, Guido de Blasio e Federica Zeni, conferma che l’aumento delle temperature rischia di rallentare la crescita dell’economia italiana nei prossimi decenni: si prevede che le conseguenze della crisi climatica si facciano sentire in tutti i settori, ma quelli colpiti in modo più duro,come si può leggere nella ricerca,saranno l’agricoltura e il turismo.
In questo momento, in cui il nuovo governo, si insedia, ecco uno studio che lancia un forte allarme sullo sviluppo e l’andamento del turismo invernale e le sue ricadute economiche sulle montagne italiane.
Questo studio, particolarmente interessante per la nostra Valle, è stato infatti elaborato su un “datatest” (..con informazioni su pernottamenti e utilizzo degli impianti di risalita per i comprensori turistici di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige in un arco temporale che va dal 2001 alla stagione invernale 2018-2019, in modo da escludere il periodo di inizio della pandemia di Covid-19. La fonte dei dati sono gli uffici statistici regionali…).
Nel capitolo dedicato al turismo invernale, si afferma che la scarsità di precipitazioni nevose, in media, nel periodo considerato dalla ricerca (2001- 2018) un metro in meno di neve nel corso della stagione invernale puó causare un effetto associato, che consiste in una diminuzione dell’1,3 per cento di passaggi negli impianti, a parità di altre condizioni.
Le proiezioni e stime, sempre contenute in questo studio, al 2100 prevedono che il calo della neve caduta in inverno sia tra il 30 e il 45 per cento (EURO-CORDEX, 2014), a causa di minori frequenza e intensità delle nevicate. Secondo queste stime, una riduzione del 40 per cento nella quantità di neve in una stagione implicherebbe in media una diminuzione del 7 per cento di passaggi negli impianti, che potrebbe essere ben più severa nelle località che si trovano più a bassa quota.
Questi dati, impongono, se c’è ne fosse ancora bisogno, afferma Giovanni Barocco, consigliere nazionale UNCEM, di approfondire ed aumentare l’attenzione della politica regionale e nazionale su questi temi, superando atteggiamenti ideologici ed irrazionali. La conoscenza e la cura del territorio e dell’ambiente, non sono « né di destra né di sinistra.
L’ attenzione all’ambiente deve essere e diventare un patrimonio comune, dove la ricerca di soluzioni, alle sfide dei cambiamenti ambientali devono avere al centro l’uomo e non devono essere aprioristicamente quidate da opzioni ideologiche da un lato e dall’altro, ma frutto di condivisioni con i vari attori interessati, con le popolazioni e le comunità delle nostre Valli.
Questi argomenti è necessario che abbiano cittadinanza ed è ancora più evidente nei territori delle Montagne Italiane.