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CRONACA | 02 settembre 2022, 11:38

Sulle tracce della via delle Gallie

Bilancio positivo per la formazione itinerante e transfrontaliera per Guide Turistiche, alla scoperta dei siti valorizzati nell'ambito del progetto Parcours d’interprétation du patrimoine naturel et culturel

Foto Montagna Sicura

Foto Montagna Sicura

Far scoprire alle guide turistiche dei tre versanti del Monte Bianco luoghi di interpretazione culturale e naturale affinché queste figure professionali arricchiscano il proprio bagaglio di competenze e conoscenze a favore del pubblico, condividendo un’identità comune e la conoscenza del patrimonio culturale e naturale del territorio inserito nelle progettualità del Piter Parcours.

Sono state queste alcune delle finalità della formazione gratuita transfrontaliera che ha visto protagoniste 18 guide turistiche provenienti dalla Valle d’Aosta, dalla Savoia/Alta Savoia e dal Vallese, che si è tenuta martedì 30 agosto 2022.

L’iniziativa, che fa seguito ad una prima formazione effettuata con le stesse finalità lo scorso 23 giugno, è stata organizzata nell’ambito delle attività del progetto “Parcours d’interprétation du patrimoine naturel et culturel”, compreso nel "PITER PARCOURS” e finanziato dal Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia - Francia Alcotra 2014/2020, di cui Fondazione Montagna sicura è soggetto attuatore per il partner Unité des Communes valdôtaines Valdigne-Mont-Blanc.

Con partenza da Aosta, le guide turistiche hanno potuto ripercorrere alcuni tratti della Via delle Gallie, approfondendo elementi storici e archeologici grazie anche alla presenza dell’archeologa Alessandra Armirotti della Soprintendenza per i Beni e le Attività culturali della Regione. L’itinerario proposto, con partenza dalla città di Aosta, ha toccato siti quali Champrotard (Introd/Villeneuve) per ammirare un intero tratto della Via delle Gallie ancora perfettamente conservato; Pré-Saint-Didier per la visita al sito archeologico di Bois de Montagnoulaz; La Thuile per la visita alla Maison Musée Berton e, infine, i resti della mansio al Colle del Piccolo San Bernardo.

L’esperienza, oltre a cogliere le finalità proposte, è stata l’occasione, per le guide turistiche presenti, per rafforzare e promuovere legami transfrontalieri con colleghi che condividono il territorio del Monte Bianco, e per attivare nuove sinergie e collaborazioni.

Cambiando di fatto la domanda turistica e l'attenzione degli abitanti dei territori alpini a modelli di sviluppo sostenibile, il patrimonio naturale e culturale rappresenta una risorsa fondamentale per un turismo di qualità.

Interpretare tali patrimoni fornendo al pubblico strumenti, chiavi di lettura e consapevolezza è un'azione fondamentale per contribuire all'avvio di questo nuovo processo, incentrato sulla comprensione del valore e della fragilità dei patrimoni unici di cui il territorio attorno al Monte Bianco è riccamente dotato.

 

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