C’è chi si arricchisce con gli schiamazzi delle persone incivili e chi dell'inciviltà deve patire patoligie a causa dell’esasperante rumore ed bambini non dormire. Dunque è necessario che l’amministrazione comunale di Aosta assuma provvedimenti contro gli eccessi della vita notturna al centro di Aosta ed in quest’ìottica sono incomprensibili quanto ingiustificati i piagnistei di chi si lamenta, in particolare le associazioni di categoria che nulla o poco fanno per limitare i disagi ai cittadini ma pensano solo alla cassa.
Il problema del rumore e degli schiamazzi serali dovuti alla "movida" ha portato a tante petizioni diverse, soprattutto nelle zone di via Losanna e via Challant, di via Croce di città e via Edouard Aubert, di via Prés-Fossés. Nei giorni scorsi c’è stato il terzo incontro promosso dal Comune di Aosta per il progetto "MoVdA", sono stati ascoltati anche alcuni Dj.
“L'incontro, molto lungo e articolato”, precisa un lancio dell’Agenzia Dire, ha messo di fronte oltre a residenti ed esercenti, alcune associazioni di categoria al sindaco Gianni Nuti, alla sua giunta al completo, al questore Ivo Morelli, al comandante della Polizia locale Fabio Fiore.
Il punto d'incontro? Spegnere la musica dei Dj set alle 23.30, estate e inverno. "L'intenzione è quella di trovare un punto di incontro e non di scontro, che porti a una moderata soddisfazione per tutti. Mediare è una cosa non semplice ma doverosa. Speriamo che anche nella nostra, come in altre città, si giunga ad un accordo. L'obiettivo è quello di siglare un patto, con l'accettazione di reciproche condizioni", spiega responsabilmente il sindaco Gianni Nuti.
Non si può certo consentite che, finita la pandemia, continui l’allegra gestione, quasi anarchia, dei dehors. Infatti, le attività di intrattenimento devono avvenire negli spazi qualificati come superfici di somministrazione.
Forse chi si lamenta per la volontà della Giunta municipale di Aosta di garantire la quiete pubblica ignora una recente sentenza della La Corte di Cassazione Penale dalla quale emerge chiaramente che sussiste il reato di disturbo della quiete pubblica quando il disturbo venga arrecato a un gruppo indeterminato di persone e non solo a un singolo.
Non si capisce perché il “divertimento” dovrebbe essere solo musica a palla nelle orecchie e ubriacarsi, questa non è “movida”. Questo è un malcostume che oltre a rovinare la vita ai vicini degrada il contesto ambientale e fa anche scappare i turisti, quelli buoni, che spendono seriamente e di notte vogliono dormire. Chi campa con la paghetta dei nonni, e fa caos a tirare tardi presso locali molesti, porta solo danno all’economia cittadina.
La verità è che i cittadini “normali” chiedono il rispetto delle leggi, che ci sono, e basta. Non hanno nulla contro la movida: la questione non è di scegliere, ma di rispettare le leggi. E bene fa la Giunta di Aosta a mettere e far rispettare i paletti che garantiscono la quiete pubblica.