E’ vero, Draghi è stato chiamato a salvare l’Italia da una crisi soffocante e per evitare di perdere i fondi del PNRR mentre infuriava la pandemia sanitaria. Abbiamo retto, abbiamo progettato il riscatto e poi siamo precipitati nell’imbuto della guerra. La NATO, l’America, l’Inghilterra, l’Europa non sono riuscite a impedire un conflitto ampiamente prevedibile. Poi, si è appesantito il menù delle sanzioni: abbiamo messo tre mesi per capire che le sanzioni puniscono non già la Russia, ma proprio l’Italia e la Germania.
Costa carissima la crisi energetica e le famiglie italiane sono stremate dai rincari e da un potere d’acquisto massacrato dall’inflazione. Così, l’Euro rantola, salgono i prezzi, diminuiscono i consumi. Le famiglie si indebitano e gli stipendi restano inchiodati insieme al cuneo fiscale. Il turismo subisce la batosta dei competitori mondiali e le nostre belle spiagge vengono morsicate dalla Bolkestein gettando trenta mila famiglie nella incertezza.
L’accordo trovato a Roma penalizza proprio gli imprenditori ed i concessionari delle spiagge: i ristori e gli indennizzi occuperanno per almeno un decennio le aule dei tribunali.
Non parliamo poi del caro gasolio e dei pescatori fermi sui moli. I referendum ammessi al voto del 12 giugno p.v. non raggiungeranno il quorum per la semplice ragione che gli elettori italiani si sono stufati della politica: mille comuni andranno al voto e lì avremo i primi nuovi ed ulteriori riscontri della disaffezione popolare verso le urne. Sale il debito pubblico a quota 2.700 miliardi e l’Italia rischia di fare la fine della Grecia: non mi stupirei se mettessero in vendita il Colosseo o la fontana di Trevi come aveva previsto – scherzando – il grande Totò.
Il piano di rinascita presenta lacune per la sua stessa esecuzione per via della guerra, delle sanzioni, della litigiosità del Parlamento, delle 240 e più casacche in movimento da un partito all’altro, di un mercato comune europeo che non riesce a fare breccia tra i competitori mondiali mentre crescono i clandestini del Mediterraneo ed aumentano i profughi dalla Ucraina invasa e distrutta.
La competizione tra i leader mondiali della Cina, degli Usa, della Russia e dell’India non promette nulla di buono mentre si profila, oltre alla crisi energetica che strangola mezzo mondo, anche una delle più spaventose crisi alimentari con milioni di persone che rischiano di morire di fame.
L’ONU purtroppo sembra impotente e sono sempre più stretti i margini per un nuovo assetto degli equilibri di potere mondiali messi in causa da una diplomazia fallimentare, come si è già visto in questi cento giorni di guerra. Questo è il condimento della nostra minestra quotidiana.