Il programma di giovedì 2 novembre prevede, l’omaggio ai Caduti di tutte le guerre al Cimitero di Aosta a cura del Presidio militare e delle Associazioni combattentistiche e d’Arma alla presenza delle autorità civili e militari.
Alle 10,45 nel Parco della Rimembranza verrà deposta una corona di alloro e analogo omaggio sarà eseguito alle 11 nell’Ossario dei Caduti in guerra dove verrà celebrata anche la Santa Messa.
Ecco la storia di questa celebrazione che in Italia non è mai stata istituita come festività civile. Le origini sono bizantine e si tiene in diverse forme in tutto il mondo, l’esempio più famoso è il messicano “Día de muertos”
L’origine storica di questa festa risalirebbe a un antico rito bizantino dedicato ai morti, che si teneva in un periodo compreso tra gennaio e febbraio.
Commemorazioni dei defunti sono presenti in tantissime culture, e anche nella Bibbia sono stati rintracciati passi che farebbero riferimento a riti riconducibili a questo. Ma nella storia della Chiesa la prima celebrazione simile si tenne nel 998, grazie all’abate benedettino sant'Odilone di Cluny. Quell’anno si stabilì per la prima volta che le campane dell'abbazia dovessero essere fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del primo novembre, proprio in memoria dei defunti.
L'idea di commemorare in un unica ricorrenza tutti i morti risale al secolo IX grazie all’ abate benedettino sant’ Odilone di Cluny. Il significato è quello di pregare le per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro dei quali solo Dio ha conosciuto la fede
Dopo il primo episodio del 998, il rito si diffonde in tutta la Chiesa cattolica. Ma la festa verrà ufficialmente riconosciuta solo nel XIV secolo, con il nome latino di Anniversarium Omnium Animarum. Da allora ogni anno il 2 novembre vengono ricordati i defunti e ci si reca nei cimiteri per salutare i propri cari scomparsi. In Italia a questa festa fanno riferimento anche molte tradizioni locali, in cui si preparano piatti tipici in onore della festa. Tuttavia pur essendo una solennità, nel nostro Paese non è comunque annoverata fra le feste di precetto.
In questi giorni, in occasione di Ognissanti e della commemorazione dei defunti, siamo in tanti a far visita ai nostri cari nei cimiteri. "Luoghi, questi, che si fanno storia racchiudendo ricordi, avvenimenti, testimonianze del passato", come ha ricordato FRancois Stevenin già presidente del Consiglio Valle.
Storia e storie, come nel volume "Ad Memoriam" di Daniela Bernini, edito da Le Château con il sostegno del Consiglio Valle: nelle sue pagine scopriamo l'antico cimitero del Borgo di Sant’Orso di Aosta che, vegliato dal Monte Emilius e dalla Becca di Nona, ospita le spoglie, tra gli altri, di priori e canonici, giuristi, notai, sindaci, membri della borghesia locale ma anche operai, artigiani, soldati, alpinisti.
Oggi questo luogo suggestivo è curato dall’associazione Amis du Cimetière du Bourg Antico cimitero del Borgo di Sant'Orso, Aosta , che ne rende possibili anche le visite.
Lontani, ma vicini con il cuore
Prendersi cura della tomba dei propri cari è un segno di affetto e civiltà. Spesso, tuttavia, la lontananza fisica o altri tipi di difficoltà ci impediscono di farlo come vorremmo. Ecco dunque che ad Aosta il personale che gestisce il cimitero di prende cura delle tombe ‘dimenticate’ che per l’occasione le abbellisce con cura e delicatezza. E’ così che si notano tombe pulite e in ordine per questa ricorrenza.