I politici hanno mantenuto le promesse della campagna elettorale 2020:
la leadership infermieristica è in crisi esistenziale;
i servizi guidati dagli infermieri sono una chimera;
il rapporto infermiere-assistiti è aumentato;
la formazione aziendale è asfittica;
i professionisti infermieri sono utilizzati al bisogno come s-oggetti versatili e resistenti;la retribuzione della categoria è rimasta bassa e fissa.
In altri termini, gli infermieri della Valle d’Aosta sprofondano nelle sabbie mobili dell’ignoranza e dell’indifferenza, mentre a Palazzo si parla di ampliamento dell’Ospedale e ripresa dei lavori dell’Aeroporto Corrado Gex.
L’organico infermieristico è ridotto al lumicino, la figura dell’infermiere di famiglia non decolla, l’indice di burnout aumenta e con esso il rischio che l’infermiere non si renda conto delle complicanze a cui la persona assistita va incontro.
Sembra che lo stato di emergenza non finisca mai e possa giustificare qualsiasi mancanza/decisione della Politica e dell’Azienda sanitaria.Nemmeno la pandemia è riuscita a far comprendere ai decisori politici quanto gli infermieri siano importanti per la ri-progettazione del Sistema sanitario regionale 2050.
Sarà perchè siamo una regione ricca di idee, ma povera nei fatti?