Le nuove regole sul Green Pass obbligatorio per l’accesso ai locali pubblici hanno fatto divampare la protesta dei gestori delle discoteche, escluse dal provvedimento perchè restano chiuse. Le principali associazioni di categoria del comparto, Fipe in testa, hanno chiesto un incontro immediato al premier Mario Draghi, per comprendere in dettaglio le ragioni che lo hanno spinto a prorogare ulteriormente la chiusura dei locali da ballo.
“Pretendiamo risposte e che siano risposte serie – ha sottolineato Maurizio Pasca, presidente di Silb, il sindacato dei locali da ballo legato a Fipe-Confcommercio - l’ultimo decreto dimostra che esiste un vero e proprio pregiudizio da parte di questo governo nei confronti delle discoteche: dal 6 agosto i possessori di green pass potranno ballare ovunque tranne nei locali nati per questo scopo. Di fatto, con questa nuova misura, il governo incentiva l’abusivismo e di questo se ne assumerà le responsabilità, anche dal punto di vista legale. È nostra intenzione tutelare i nostri interessi nelle sedi appropriate”.
Per le aziende del settore il mancato inserimento delle discoteche nell'elenco dei locali pubblici soggetti a Green Pass rappresenta la definitiva perdita della patrimonialità, iniziando dall’azzeramento dell’avviamento, alla perdita di valore degli investimenti anche a lungo termine operati negli anni precedenti all’arrivo del Covid-19.
Nel chiedere una convocazione immediata delle Associazioni di categoria nazionali ed un risarcimento altrettanto immediato agli operatori del settore, Silb e altre associazioni di categoria stigmatizzano che il presidente Draghi ha annunciato 20 milioni di euro di ristori per le discoteche, che sono briciole per tremila discoteche chiuse da 18 mesi. Un'elemosina che si tradurrà in un contributo forfettario da 7mila euro ciascuno, non certo in un risarcimento degno di questo nome.