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ECONOMIA | 30 giugno 2021, 08:17

2020/2021 la stagione turistica invernale più 'nera' di sempre in Valle

I dati occupazionali dell'Osservatorio del Mercato del Lavoro dell'Ente Bilaterale del Turismo si incrociano con quelli raccolti dall'Amministrazione regionale e confermano il calo record del Pil

2020/2021 la stagione turistica invernale più 'nera' di sempre in Valle

Com'era facile prevedere, la stagione turistica inverbale 2020/2021 in Valle d'Aosta porta un saldo negativo causa la profonda crisi del settore indotta dalla pandemia. Lo evidenzia l'attività di monitoraggio dell'Osservatorio del Mercato del Lavoro dell'Ente Bilaterale del Turismo-Omlt, secondo cui il confronto con la stagione 2019/2020 (anch'essa nella seconda parte fiaccata dal lockdown) indica una variazione in negativo pari a -35% nel numero delle aziende che hanno versato le quote al’Ente, che passa da 1061 nel 2020 a 687 quest'anno.

"Tale dato - si legge nella relazione dell'Ente - rileva la differenza tra le 74 aziende che hanno iniziato o ripreso ad effettuare i versamenti nella stagione invernale 2020/21 e le ben 448 aziende che hanno invece cessato di versare le quote". La concentrazione più grande di aziende si riscontra nel settore dei ristoranti, che rappresentano il 41% del totale delle aziende, quindi nel settore alberghiero, raggiungendo il 27% e infine nel settore dei bar con una percentuale pari al 22%.

L'Osservatorio ha svolto anche uno studio dell’occupazione, ovvero del numero di dipendenti suddivisi nei vari settori. Rispetto alla stagione invernale 2019/2020, il settore turistico ha subito un crollo sconcertante dell’occupazione: il numero medio di dipendenti è sceso del 75%, passando dai 3892 dell’inverno precedente ai 965 dell’inverno 2020/21.

Oltre a tutte le altre misure restrittive, la mancata apertura delle stazioni sciistiche ha influito in maniera pesante su tutte le attività del comparto turistico e in modo particolare sulla ricettività.

"A differenza di tutti i rapporti precedenti - fa notare l'Ente Bilaterale - nell'ultima stagione invernale la concentrazione maggiore di dipendenti non si riscontra più nel settore ricettivo. Infatti, anche raggruppandole tutte insieme, le attività ricettive hanno occupato solo 357 dipendenti, pari al 37% del totale (a confronto del 53% raggiunto nell’inverno 2019/20)".

Dati che trovano conferma anche dal monitoraggio dell'Osservatorio economico e sociale della Regione,  secondo cui la popolazione in età lavorativa è calata in Valle d'Aosta da 82.700 persone nel 2010 a 78.000 nel 2020 (-4.600 persone, pari al -5,6%). L'età media è così salita a 46 anni (nel 2002 era di 43). Da sette anni infatti si protrae il calo demografico nella regione alpina: nel 2014 i nuovi nati erano 1.100, nel 2021 appena 800. Inoltre sono rallentati i flussi migratori. Tuitto ciò ha determinato un progressivo calo del Pil regionale, che nel 2020 si attestato sulla percentuale record del -9% rispetto all'anno precedente; calo al quale il crollo della stagione turistica invernale ha concorso in maniera significativa.

 

red. eco.

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