Il principio nel quale trova fondamento il programma che segue ed è stato studiato per il prossimo futuro della Casa da gioco di Saint Vincent. Prevedendo due possibili soluzioni alla problematica che si presenta e, come logicamente si può ritenere, trova le proprie ragioni, ad iniziare da ciò che ritengo il più rilevante: l’interesse della nostra Regione.
Chiaramente non possiamo dimenticare la natura giuridica delle entrate derivanti alla pubblica amministrazione regionale e la rilevanza che ne consegue: in un caso, quello della continuità gestionale, consistono nel quantum che la gestione versa alla Regione ma non possiamo omettere il risultato del bilancio a beneficio dell’azionista di riferimento.
Nel caso di tipologia gestionale affidata in concessione al privato dobbiamo considerare che il quantum dovrebbe essere maggiore del previsto nella prima ipotesi. Non va dimenticato, infatti, che il gestore privato godrà dell’utile di bilancio previsto, altrimenti non si sarebbe proposto in tale determinazione.
Sicuramente la definizione nel Disciplinare delle entrate quali entrate di diritto pubblico potrebbe far ritenere, come accadeva in passato sino al giugno 1994, altri rischi che il gestore privato può assumere in previsione di un possibile maggiore ricavo. Ragion per cui il concedente beneficierebbe di un vantaggio senza correrne il rischio: il cambio assegni. Infatti non si può non considerare il dettato dell’art.1933 del codice civile in tema di debiti di gioco e l’immissione di gettoni o contanti falsi, allo stesso tempo, non si potrebbe negare che la conduzione della gestione necessiti di una particolare cautela. Non si potrà omettere la necessità di regolamentare la parte economica in stretta relazione con la definizione ‘entrate di diritto pubblico’ che, lo ripetiamo a mio avviso, necessita di specifiche e regolamentate attenzioni.
Elementi di valutazione da tenere ben presenti.
1) Specifiche dovute alla particolare natura giuridica: entrate di diritto pubblico,
2) Organizzazione del lavoro finalizzata al controllo della produzione,
3) Tendenza alla contabilità particolareggiata ai fini del marketing.
1. a) Controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi. Si veda specifica in seguito.
2. a) Premessa che la citata finalità, non può essere resa obbligatoria per un gestore privato, si ritiene la più adeguata in una tipologia di gestione in continuità.
3: a) Identica premessa di cui al punto precedente. E’ una metodologia mirata ad un unico effetto: evitare sprechi a beneficio del ritorno degli investimenti.
1. b) Il principio è il seguente: un tavolo da gioco, non importa se di contropartita, di circolo o misto non può essere aperto o chiuso se non alla presenza di un rappresentante della Regione concedente.
Per chiusura si intende anche il conteggio delle mance che deve avvenire, come è agevole comprendere a mio parere, tavolo per tavolo.
Il controllo della dotazione iniziale consiste nel verificare la composizione numerica e di valore dei gettoni con i quali il tavolo viene aperto.
Le operazioni che possono avvenire durante lo svolgimento del gioco, in seguito partita, sono di natura economica e non. Alla prima categoria si ascrivono le aggiunte, ovvero un quantitativo di gettoni, appunto aggiungo, in occasione di perdite importanti.
L’aggiunta è solitamente di importo e di composizione fissa; alla seconda i cambi al tavolo quando una qualità è carente e si provvede alla richiesta di quanto serve indicando il controvalore e la qualità di quanto esce dal tavolo per compensare quanto lo stesso riceve dalla cassa.
Non è il caso di accennare al movimento di gettoni e contanti che può avvenire con il giocatore per l’acquisto, il cambio di gettoni o il pagamento delle vincite, la natura è chiaramente più che comprensibile.
Il controllo della consistenza finale determina, in gettoni, la differenza attiva o passiva rispetto alla dotazione iniziale alla quale vanno incorporati altri importi risultanti da documentazione in possesso del tavolo, ad esempio l’aggiunta, o il contante eventualmente cambiato dai giocatori direttamente al tavolo che viene certificato in cassa centrale o ufficio similare per i compiti da svolgere.
Riepilogando: la differenza tra dotazione iniziale e consistenza finale algebricamente sommata ad eventuali aggiunte e i contanti trovati nella apposita cassetta in dotazione al tavolo tanto che, solitamente, ne porta un identico numero, fornisce il risultato del tavolo di contropartita appena illustrato. (1 - CONTINUA)













