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ECONOMIA | 15 luglio 2025, 09:55

Etichetta energetica per smartphone e tablet: più diritti per i consumatori

Entra in vigore la nuova normativa europea: più trasparenza, maggiore riparabilità e meno rifiuti elettronici grazie a dispositivi progettati per durare

Etichetta energetica per smartphone e tablet: più diritti per i consumatori

Dal 20 giugno 2025, tutti i nuovi modelli di smartphone e tablet venduti nell’Unione Europea devono rispettare le nuove disposizioni previste dai Regolamenti delegati UE 2023/1669 e 2023/1670.

Il cambiamento più visibile è l’introduzione di un’etichetta energetica obbligatoria, ispirata a quella già usata per elettrodomestici e TV. Un passo avanti importante per la trasparenza verso i consumatori, che potranno finalmente confrontare i dispositivi anche sulla base di parametri legati alla sostenibilità, alla durata e alla facilità di riparazione.

L’etichetta energetica conterrà informazioni fondamentali, tra cui:

la classe di efficienza energetica (da A a G);

la durata della batteria in condizioni standardizzate (espressa in ore e minuti);

la resistenza alle cadute accidentali;

il numero minimo garantito di cicli di ricarica (almeno 800 prima di scendere sotto l’80% di capacità);

il grado di protezione da polvere e acqua (certificazione IP);

l’indice di riparabilità, che misura la facilità con cui il dispositivo può essere smontato e riparato;

un QR code per accedere alla scheda tecnica completa del prodotto.

L’obiettivo è rendere immediatamente leggibili questi dati al momento dell’acquisto, aiutando il consumatore a scegliere con maggiore consapevolezza.

Uno degli aspetti più innovativi della normativa è proprio l’indice di riparabilità, che valuta quanto sia semplice riparare un dispositivo. I produttori dovranno garantire:

la disponibilità dei pezzi di ricambio essenziali per almeno 7 anni dalla fine della produzione,

l’accessibilità dei manuali di riparazione e delle istruzioni tecniche, sia ai professionisti sia ai consumatori.

Questa misura vuole incoraggiare la riparazione anziché la sostituzione dei dispositivi, riducendo lo spreco di risorse e il consumo di materie prime.

Il diritto alla riparazione si affianca ai diritti già esistenti. Durante i primi due anni dall’acquisto, ogni eventuale difetto resta coperto dalla garanzia legale, che obbliga il venditore a riparare o sostituire il prodotto a sue spese.

È importante, quindi, non procedere con riparazioni fai-da-te in questo periodo, per non perdere i propri diritti.

La Commissione Europea stima che queste nuove regole porteranno ad aumentare la vita media degli smartphone da 3 a oltre 4 anni, con un impatto ambientale notevolmente ridotto.

Meno rifiuti elettronici significa anche più risparmio per le famiglie, che potranno posticipare l’acquisto di un nuovo dispositivo.

Bruno Albertinelli

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