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CRONACA | 31 maggio 2021, 15:31

Censimento della presenza del lupo in 15 comuni valdostani

L’Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali, con il supporto del CELVA – Consorzio degli Enti locali della Valle d’Aosta – e nell’ambito del progetto europeo LIFE WOLFALPS EU, ha dato avvio a un’indagine conoscitiva volta a conoscere le opinioni della popolazione residente e dei portatori di interesse in merito alla presenza del lupo nei rispettivi territori

Censimento della presenza del lupo in 15 comuni valdostani

Al via un’indagine conoscitiva sulla presenza del lupo in Valle d’Aosta che coinvolge le Amministrazioni di 15 Comuni valdostani: Arvier, Ayas, Brusson, Challand-Saint-Anselme, Challand-Saint-Victor, Charvensod, Courmayeur, Gressan, La Thuile, Morgex, Pollein, Pré-Saint-Didier, Sarre, Saint-Christophe e Verrès.

I comuni sono stati scelti sulla base di parametri indicati dal progetto Life Wolf Alps, quali, ad esempio, la densità di popolazione, la presenza di allevamenti, la vocazione turistica. I Comuni hanno pubblicato o pubblicheranno a breve sui rispettivi siti web le modalità telematiche per la compilazione di un apposito questionario elaborato dall’Università di Lubiana, partner del progetto.Obiettivo dell’iniziativa, valutare la percezione pubblica in relazione alla coesistenza con la specie lupo, con particolare riguardo all’impatto sulle attività economiche, in modo da ottenere valide indicazioni per supportare le prossime azioni coordinate su tutto l’ecosistema alpino e appenninico.

Le domande del questionario sono strutturate in cinque sezioni e riguardano l’atteggiamento personale nei confronti della specie lupo, la conoscenza delle principali caratteristiche biologiche dell’animale, il proprio parere sulla gestione della specie nel territorio, la percezione dell’autorevolezza delle fonti di informazione e, infine, le eventuali esperienze dirette di avvistamento.

I risultati del questionario saranno pubblicati sul sito della Regione alla fine del 2021.

Per informazioni è possibile contattare l’Ufficio per la fauna selvatica e ittica della Struttura regionale Flora e fauna (0165776464 - c.chioso@regione.vda.it

La popolazione dei lupi italiani è arrivata circa 2.000 esemplari e ha raggiunto in pratica ogni reale possibilità di diffusione nell’Italia peninsulare).

Il lupo, pur rappresentando una delle specie più emblematiche del nostro patrimonio naturale e culturale, è stato oggetto di una caccia spietata fino agli anni Settanta. Quando, insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, il Wwf lanciò l’Operazione San Francesco, per salvarlo da un’estinzione certa (all’epoca i lupi presenti erano circa un centinaio) cercando di favorire la coesistenza tra questo grande predatore e gli allevatori. L’operazione ebbe uno straordinario successo, tanto che oggi la popolazione del lupo in Italia conta circa 2000 esemplari, distribuiti principalmente nella zona appenninica.

Ma, il lupo non può ancora considerarsi fuori pericolo! Il bracconaggio è senza freni. Ogni anno, infatti, circa 300 lupi muoiono per mano dell’uomo a causa di lacci, trappole, esche avvelenate e colpi d’arma da fuoco. Nel 2017 fece scalpore la notizia del lupo Claudio, ucciso ai piedi del parco nazionale dei Monti sibillini. Poco dopo un lupo fu trovato scuoiato nel comune di Suvereto, in Toscana

Il lupo ha un prezioso ruolo ecologico come selettore naturale nell’ambiente , controllando la dimensione delle popolazioni delle sue prede ed eliminando le carcasse degli animali morti per cause naturali. È un animale con un comportamento sociale complesso e strutturato, dotato di sensi straordinari e grande capacità di spostamento e adattamento. È schivo e intelligente, quindi difficile da avvistare in natura. Difendere il lupo vuol dire anche riuscire a proteggere a cascata anche gli habitat in cui esso è presente, insieme a molte delle altre specie che in essi convivono. Studi condotti in Nord America hanno dimostrato che la presenza del lupo, attraverso azioni a cascata, ha effetti anche sulla vegetazione e addirittura sulla stabilità delle sponde fluviali, limitando anche il dissesto idrogeologico.

red. pi.

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