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Consiglio Valle Comuni | 30 maggio 2021, 17:00

L'OPINIONE DI GIAN FRANCO FISANOTTI: I punti di debolezza del nostro Statuto

Il nostro Statuto Speciale, che pure ha un rango costituzionale, non è protetto da una Garanzia Internazionale come quello del Trentino Alto Adige

L'OPINIONE DI GIAN FRANCO FISANOTTI: I punti di debolezza del nostro Statuto

Caro Direttore,

Ricordo un episodio strano avvenuto nel 1978: in primavera, ho predisposto il disegno di legge per la concessione da parte dello Stato dei generi contingentati in esenzione fiscale come acconto in attesa dell’attuazione dell’art. 14 dello Statuto.

Il senatore della Valle d'Aosta Pierre Fosson, che pure era un sincero Autonomista nel quale Severino Caveri riponeva la massima fiducia, tardava per ragioni più che giustificate legate ai complessi iter parlamentari a presentare tale disegno voluto da Sergio Ramera e da Mario Andrione. Ad un certo punto, Sergio Ramera spazientito mi disse: “Se continuiamo ad aspettare chiedo ad un deputato calabrese di presentarlo”; poi, naturalmente, Pierre Fosson presentò nei termini parlamentari il progetto che andò in porto.

A margine, ci fu un incontro al Billia di Saint Vincent tra il Presidente Fanfani, Mario Andrione Presidente della Giunta e l’Assessore Sergio Ramera (Fanfaniano) che ho accompagnato in macchina per l’occasione assistendo al dialogo tutto basato sugli interessi finanziari della Valle d’Aosta.

Il punto di debolezza del nostro Statuto Speciale, che pure ha un rango costituzionale, è che non è protetto da una Garanzia Internazionale come quello del Trentino Alto Adige.

Qui il discorso si allarga al Trattato di Parigi che ha ignorato tutte le richieste del Popolo Valdostano per bocca di Bidault, di ambienti vaticani e anche degli USA. Invece di concedere alla Valle d’Aosta un’ampia autonomia sul solco delle rivendicazioni popolari e delle stesse proteste di ambienti ecclesiali (ricordiamo tutti il famoso Brisons nos chaines di Joseph Brean) il Governo di allora preferì varare un decentramento politico ed amministrativo con poche libertà come suggerito dal grande storico Federico Chabod che proponeva appunto “Un esperimento” nei territori di frontiera come la Sicilia, la Sardegna, il Friuli Venezia Giulia: un surrogato, appunto, del Federalismo imbracciato da Don Sturzo, da Mons. Joconde Stevenin, dalla Jeune Vallée d’Aoste dell’Abbé Trèves e da Emile Chanoux, che prospettava per la Valle un destino possibile come Cantone Svizzero vista anche la compresenza di lingue Italiano, Francese e dialetto tedesco Walser.

I giornali locali pubblicano circostanziati articoli sull’annessionismo valdostano e ricordo bene tante Figure che ho poi incontrato negli anni ’70, alcune delle quali avevano già comperato la divisa francese. Sia la Prof.ssa Viglino, che era con me nel Rassemblement  fondato nel 1967, sia altri personaggi come la Nouchy e suo marito Albert Milloz mi fecero delle confidenze e lo stesso mi è capitato con l’On. Germain Ollietti (fratello di Mésard) di cui ero segretario; ma mi sono imposto un riserbo per non alimentare altre confusioni o verità non sorrette da adeguata documentazione storica.

La Valle, la nostra Vallée, sta vivendo momenti difficili dopo questa guerra pandemica che ha massacrato la nostra economia: ecco perché ho apprezzato la Tua intervista che dovrebbe entrare nei cuori e nelle menti di chi, a parole, dice di amare la nostra Petite Patrie: dopo gli attacchi di Riccarand alla figura di Emile Chanoux  sono sempre più pessimista sul futuro che stiamo consegnando ai nostri figli.

Gian Franco Fisanotti

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