Decurtata del 10 per cento la paga dei porporati, dell’8 per cento quella dei capi e dei segretari dei dicasteri, e del 3 per cento quella di chierici o religiosi. Bloccati per un biennio gli scatti di anzianità per tutti i dipendenti dal 4° livello in su.
Ma quanto guadagnano? Partiamo dal Papa: Nel 2013, quando Jorge Mario Bergoglio è diventato Papa Francesco ha voluto imporre i suoi concetti di sobrietà, risparmio e trasparenza, oltre che di carità verso chi ha più bisogno. Di conseguenza, ha rinunciato ad uno stipendio fisso, tenendosi la possibilità di attingere – come suo diritto – dall’Obolo di San Pietro. Altro non è che il fondo istituito dallo Ior, cioè dall’Istituto per le opere religiose (la Banca Vaticana), ed alimentato con le donazioni arrivate da tutto il mondo per finanziare progetti benefici della Chiesa. Sul sito obolodisanpietro.va è possibile vedere i progetti sponsorizzati dalla Chiesa grazie a queste donazioni.
Bergoglio, intanto, ha abolito il tradizionale bonus di circa 1.000 euro in più al mese per i dipendenti della Santa Sede durante la sede vacante e l’elezione papale. Ha bloccato gli stipendi di tutti i dipendenti e congelato scatti di anzianità e promozioni. Ha tagliato i gettoni di presenza dei cinque cardinali membri della Commissione di vigilanza dello Ior, pari a 25mila euro all’anno.
Ieri Papa Francesco ha dato un nuovo taglio. Con un Motu Proprio ha deciso il contenimento della spesa per il personale della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e di altri Enti collegati, considerata la crisi finanziaria, che pesa da anni sul bilancio vaticano e che è stata aggravata dalla pandemia.
"Ritenuto di dover procedere a riguardo secondo criteri di proporzionalità e progressività" e "con la finalità di salvaguardare gli attuali posti di lavoro", il Papa ha deciso un taglio delle retribuzioni che toccherà i cardinali per il 10% e a scendere anche gli altri Superiori, ecclesiastici e religiosi. Per tutti vengono invece sospesi per due anni gli scatti di anzianità. Il provvedimento vale anche per il Vicariato, le Basiliche papali e la Fabbrica di San Pietro.
Ma quanto guadagna un ministro di Dio? I religiosi percepiscano un reddito altrimenti non potrebbero sopravvivere e la sola vocazione, pur non essendo il loro un mestiere ma una missione, non è sufficiente.
I preti percepiscono uno stipendio che varia a seconda del livello di anzianità e del ruolo che si svolge.
Riportiamo di seguito lo stipendio medio percepito da ciascuna figura ecclesiastica:
- prete semplice: circa 1.000 euro per 12 mensilità;
- parroco: circa 1.200 euro al mese;
- vescovo: può raggiungere i 3.000 euro al mese;
- cardinali: fino a 5.000 euro al mese più bonus.
Per quanto riguarda il Papa, la massima carica della Chiesa cattolica, egli attualmente non percepisce uno stipendio perché Francesco vi ha rinunciato. Il suo predecessore Ratzinger aveva stabilito una cifra pari a 2.500 euro.
I preti semplici e parroci possono anche essere insegnanti di religionehttps://www.money.it/Concorso-scuola-insegnanti-religione-2020-bando-in-arrivo-requisiti, quindi svolgere altra attività lavorativa ed essere pagati secondo lo stipendio stabilito. Inoltre per loro è previsto il versamento della parte mancante per raggiungere il reddito che gli spetterebbe.
Ci sono poi i preti militari, vale a dire i cappellani che operano nelle forze armate e che a tutti gli effetti sono arruolati, anche se non combattono. Loro dipendono dallo Stato italiano e lo stipendio di questi preti arriva ai 4.000 euro al mese.
Il pagamento avviene nella seguente modalità:
- la Cei decide quali siano le soglie di reddito che ogni singolo ecclesiastico deve percepire;
- l’Icsc si occupa dell’erogazione degli stipendi: in particolare ogni diocesi fa riferimento a un istituto locale speciale per il sostentamento del clero, che a sua volta si rivolge all’istituto centrale.
- i sacerdoti sono tenuti a comunicare all’istituto di riferimento le proprie entrate, le sue attività e la sua anzianità di servizio;
- a questo punto il reddito viene stabilito in base a quanto dichiarato dal sacerdote;
- l’istituto centrale verifica la situazione reddituale del sacerdote e delibera quanto dovuto a ognuno sulla base delle informazioni ottenute.
Il sostentamento del clero però trae forza e risorse anche da altre entrate e in particolare da:
- donazioni libere dei cittadini;
- una percentuale di 8×1000.
La pensione di preti e suore: come funziona e chi paga
La pensione per preti e suore funziona come per gli altri cittadini italiani. Nel caso dei preti in particolare non è la Cei a pagare la pensione, ma l’INPS.
Il prete durante la carriera ecclesiastica versa i contributi in un Fondo del Clero gestito dall’Istituto previdenziale italiano come per altre categorie di cittadini.
Alle suore, che sono quelle meno tutelate perché non hanno uno stipendio dalla Chiesa, può essere erogata, qualora ne abbiano i requisiti, anche la pensione sociale.