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CRONACA | 13 marzo 2021, 11:48

'NDRANGHETA: CHIUSA INCHIESTA EGOMNIA CON OTTO INDAGATI

Accusati di voto di scambio politico-mafioso sono Renzo Testolin, Antonio Fosson, Luca Bianchi, Laurent Vierin, Stefano Borrello, Roberto Alex Di Donato, Antonio Raso e Alessandro Giachino

Il pm della Dda di Torino Stefano Castellani

Il pm della Dda di Torino Stefano Castellani

Dopo oltre due anni di indagini, si è chiusa l'inchiesta Egomnia della Dda di Torino e dei carabinieri di Aosta su una presunta 'rete' di voto di scambio politico-mafioso in Valle d'Aosta. Il reato contestato  a tutti è il 416 del codice penale commi 1 e 2 ovvero voto di scambio politico mafioso nell'ambito delle elezioni regionali del 2018.

L'avviso di conclusione indagini (otto pagine) è stato inviato al consigliere regionale Renzo Testolin (già presidente della Giunta Uv); agli ex assessori e consiglieri regionali Antonio Fosson, (già presidente della Giunta regionale) Laurent Vierin (già Presidente della Giunta regionale), Stefano Borrello e Luca Bianchi; al ristoratore aostano Antonio Raso, al dipendente del Casino de la Vallée Alessandro Giachino e a Roberto Alex Di Donato, tutti e tre già condannati nel processo Geenna su una presunta 'ndrina valdostana.

Stefano Borrello è difeso dai legali Gianfranco Sapia ed Elena Corgnier; Luca Bianchi da Giampiero Chieppa del foro di Torino; Roberto Di Donato da Simona Alessio; Antonio Fosson dall'avvocato aostano Massimiliano Sciulli; Alessandro Giachino è assistito da Silvia Alvares, Antonio Raso da Sergio Amatucci; Renzo Testolin da Enrico Amore; Laurent Vierin da Lorenzo Imperato.

Gli indagati hanno ora tempo 15 giorni per presentare memorie difensive o chiedere di essere interogati; rischiano una pena fino a sette anni di carcere.

Coordinati da pm della Dda di Torino Stefano Castellani, dal 2018 sino all'inizio di quest'anno sono stati svolti accertamenti su almeno altre dieci persone tra esponenti politici e personaggi legati alla presunta 'ndrina individuata nell'operazione 'Geenna', ma evidentemente gli inquirenti non hanno rilevato particolari responsabilità penali a loro carico.

Le accuse ai politici 

Stefano Borrello (Stella Alpina) e Luca Bianchi (Uv) nei mesi di aprile e maggio 2018 sono accusati di aver accettato da Antonio Raso e Alessandro Giachino, individuati come “esponenti dell’articolazione delocalizzata della ‘ndrangheta presente sul territorio valdostano”, la “promessa di procurare voti in occasione delle elezioni regionali in cambio della promessa dell'erogazione di altra utilità e, in particolare, della promessa di agevolarli nei rapporti con l’attività amministrativa della Regione, con particolare riguardo alla soluzione dei problemi legati all’esecuzione di appalti e lavori nel settore dell’edilizia privata”.

Identica accusa è mossa nei confronti di Renzo Testolin (Uv) e Laurent Vierin (Uvp) rispetto soprattutto a Roberto Alex Di Donato e Alessandro Giachino, mentre Antonio Fosson (Area Civica Pour Notre Vallée), è accusato di aver accettato l'impegno elettorale del solo Antonio Raso e di avergli promesso facilitazioni nei rapporti con l'Amministrazione regionale e, soprattutto, "l'ottenimento di lavori pubblici per ditte e società riconducibili ad appartenenti alla cellula 'ndranghetista". Mancano, nelle poche pagine dell'avviso notificato agli indagati, riferimenti sui rapporti tra Antonio Fosson e l'anziano calabrese Giuseppe Petullà (rapporti che gli inquirenti avevano descritto come indicativi del ruolo di 'boss' di quest'ultimo e di una certa 'sudditanza psicologica' dell'esponente politico rispetto alla comunità calabrese di Aosta), nonchè riferimenti della telefonata fatta da Stefano Borello all'ex assessora del Comune di St-Pierre Monica Carcea (condannata in Geenna), quando il neoeletto consigliere regionale di Stella Alpina si rivolse alla donna per ringraziarla del sostegno elettorale: "Io senza di voi non sono niente". Una frase che per il difensore di Borrello, l'avvocato Gianfranco Sapia, altro non fu che un ringraziamento di circostanza, di quelli che praticamente tutti gli eletti rivolgono ai loro elettori ("senza di voi non sono niente" ovvero "senza la vostra fiducia non sarei stato eletto").

Non potendo negare i loro rapporti talvolta anche intensi con alcuni elementi di spicco della presunta 'ndrina valdostana condannati in Geenna - provati da decine di intercettazioni - i politici coinvolti per uscire dall'inchiesta dovranno dimostrare la loro totale estraneità o totale misconoscenza di quello che, leggendo il fascicolo di Egomnia, appare agli investigatori come un vero e proprio 'ufficio elettorale' della 'ndrangheta creato tra il 2016 e il 2018 per le elezioni regionali di quell'anno il cui esperto coordinatore era senz'altro Alessandro Giachino (condannato a 11 anni di carcere) cui viene riconosciuta "una capacità davvero notevole di formulare previsioni elettorali attendibili"; anche perchè, già scriveva il giudice Gramola nelle motivazioni di 'Geenna' "una volta resi noti gli esiti delle elezioni Marco Sorbara, Luca Bianchi, Renzo Testolin e Laurent Vierin risultano eletti. Si avvera dunque la previsione di Giachino, secondo il quale l'associazione 'ndranghetista avrebbe potuto contare su 'quattro o cinque parti' ossia su quattro o cinque consiglieri regionali".

C'erano stati anche altri candidati o promotori di candidati 'seguiti' dalla sorta di ufficio elettorale creato dalla presunta 'ndrina, ma il loro comportamento ambiguo aveva indotto Giachino e i suoi sodali a esercitare maggior cautela e minor enfasi nei loro confronti, soprattutto dopo averne subodorato la distanza siderale dal loro mondo da quello calabrese, come dimostrano diverse intercettazioni di Egomnia per ora mai rese pubbliche.

Che i membri della 'ndrina valdostana volessero e fossero riusciti a infiltrare tutti o quasi i movimenti e partiti autonomisti è cosa ormai nota e scritta più volte in questi ultimi due anni. Che il loro intento di permeare la vita politico-amministrativa valdostana sia riuscito solo in parte, per effetto del successo elettorale conseguito da Lega e M5S e dalla tenuta di almeno parte delle sinistre, lo dicono gli indagati stessi nelle intercettazioni.

L'inchiesta Egomnia, però, spiega anche 'come' tale progetto di infiltrazione sia giunto a buon fine, risalta i ruoli distinti dei sodali della presunta 'ndrina: Giachino dunque stratega, ideologo e procacciatore di voti; Antonio Raso (condannato a 13 anni) instancabile faccendiere; Roberto Di Donato (cinque anni e quattro mesi) reclutatori di 'attivisti' portasantini e in grado di 'spronare' gli indecisi e poi altri gregari 'portatori d'acqua' per alcuni candidati accuratamente selezionati.

Il gruppo di supporter autonomisti calabresi organizzava feste in locali, apericene, incontri riservati tra candidati e persone magari in cerca di lavoro o semplicemente di rassicurazioni sul futuro. Sosteneva apertamente i 'cavalli' scelti, parlando con loro su come ovviare alle iniziative di altri politici in lista, su come convincere i restii e pianificando appuntamenti.

Insomma, l'organizzazione dell'ufficio elettorale della presunta 'ndrina è stata monitorata per anni e infine portata in luce dagli inquirenti; dimostrare non averne mai goduto i servigi, o almeno di averlo fatto a totale insaputa, sarà compito dei politici indagati.

 

 

Patrizio Gabetti

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