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ECONOMIA | 06 marzo 2021, 08:00

Il 52% di interventi con superbonus subiscono ritardi burocratici

A rischio la ripresa avviata nella seconda metà del 2020. Ricerca del Centro Studi di Confartigianato

Aldo Zappaterra, presidente di Confartigianato VdA

Aldo Zappaterra, presidente di Confartigianato VdA

I risultati della survey, condotta su oltre 2.400 micro e piccole imprese, realizzata in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia e pubblicata nell’11° report Covid-19, evidenziano che il 23% delle micro e piccole imprese delle costruzioni ha già ricevuto segnali di mercato di utilizzo del superbonus, dai primi contatti e preventivi, fino all’inizio lavori.

Tra queste, il 52,3% segnala il ritardato inizio delle attività a causa di problemi burocratici, legati a sanatorie ad esempio, e il 42,5% indica la mancata risposta di uffici comunali e pubbliche amministrazioni. La quota di imprese che segnalano la mancata risposta degli uffici pubblici nei comuni con oltre 10 mila abitanti è del 71,6%, doppia rispetto al 36,9% rilevato nei comuni più piccoli, con meno di 10 mila abitanti.

A fronte di una ampia diffusione del lavoro a distanza della Pa durante la pandemia – oltre il 30% – una carente organizzazione dei flussi di comunicazioni telefoniche e di e-mail può generare difficoltà insostenibili nell’ottenere risposte dagli uffici pubblici, ancor più necessarie a fronte di interventi complessi, come quelli incentivati dal superbonus. Infine, l’indagine evidenzia la presenza di diffuse difficoltà – rilevate nel 47,8% dei casi – di gestione dell’ asseverazione e del visto di conformità.

Nel settore delle costruzioni operano 493 mila micro e piccole imprese (fino a 50 addetti) che danno lavoro a 1 milione 149 mila addetti, l’87,9% dell’occupazione dell’intero settore, con una elevata presenza dell’artigianato: 347 mila imprese artigiane delle costruzioni danno lavoro a 696 mila addetti, più della metà (53,2%) dell’occupazione del comparto. Una diffusa presenza di piccola imprese si coniuga con il dinamismo della produttività.

Nel 2019 la produttività del lavoro, misurata dal valore aggiunto a prezzi costanti per ora lavorata, ristagna nel totale dell’economia (-0,4%), mentre sale dell’1,5% nelle costruzioni. Anche nel più lungo periodo – tra il 2016 e il 2019 – la produttività del lavoro dell’edilizia sale del 3,5% a fronte di un +2,4% del manifatturiero, energia e utilities e un ristagno (-0,3%) nei servizi.

La dinamica della produttività del comparto dell’edilizia e installazione di impianti rilevata in Italia è superiore di oltre due punti al +1,1% cumulato nel triennio nella media dell’Eurozona.

red. eco.

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