L'ex presidente dell'Institut valdotain de l'artisanat-Ivat, Ermanno Bonomi, già vicesindaco di Saint-Pierre, dovrà comparire di fronte ai giudici della Corte dei conti per rispondere di un presunto danno erariale.
La vicenda inizia nel 2017, quando il consigliere Pentastellato Luigi Vesan presenta in Consiglio Valle una mozione sulla posizione di Ermanno Bonomi, Presidente di Ivat e allo stesso tempo consigliere della cooperativa Derby Legno; la risposta di Renzo Testolin, assessore interessato, giustificava la posizione di Bonomi in quanto solo consigliere della Derby Legno senza compiti di amministrazione.
La risposta non era piaciuta al consigliere Vesan e nemmeno alla Corte dei Conti dove la Procura regionale a seguito di un esposto non ha esitato ad aprire le indagini per un sospetto conflitto di interesse e di conseguenza un danno erariale.
Il danno sarebbe quantificabile in una cifra che si aggira sui 10.000 euro, ma l’azione parrebbe irregolare e pertanto perseguibile. L’Ivat, negli anni in cui è stata amministrata da Bonomi, ha aumentato e non poco il volume delle vendite, soddisfando tutti quegli artigiani che sistematicamente conferiscono le loro produzioni.
Proprio la forte crescita del volume di affari ha messo una pulce nell’orecchio della Procura che dopo le indagini contesta a Bonomi eccessivi acquisti alla Derby Legno dove è ancora consigliere e che peraltro è una fornitrice storica di Ivat e dove il conflitto di interesse è evidente; pertanto il Procuratore regionale lo ha invitato a comparire in giudizio contabile.
Bonomi attraverso il suo legale giustifica le sue azioni e manifesta ampia tranquillità. L’aumento del volume di affari di Ivat implica un aumento degli acquisti che sono stati fatti per tutti gli artigiani e non solo per la Derby legno, il sistema di vendita adottato poi, non addossa nessuna responsabilità a Ivat in quanto tutti i prodotti artigianali vengono conferiti in 'conto vendita' vale a dire che vengono pagati solo dopo una effettiva vendita.
Inoltre Bonomi, soddisfatto del suo operato ma rammaricato per il giudizio del controllo della pubblica amministrazione chiarisce come tutte le azioni dell’azienda che amministrava venivano prese collegialmente da tutto il Consiglio e contesta il fatto che il denaro destinato agli acquisti non è denaro pubblico ma frutto commerciale di Ivat.